La Nave Aquarius chiude i battenti. L'imbarcazione delle ong Medici Senza Frontiere (Msf) e Sos Mediterranee non svolgerà più operazioni di soccorso in mare. “Dopo due mesi in porto a Marsiglia senza riuscire a ottenere una bandiera, e mentre uomini, donne e bambini continuano a morire in mare, Msf e Sos Mediterranee sono costrette a chiudere le attività della nave Aquarius. Una scelta dolorosa, ma purtroppo obbligata, che lascerà nel Mediterraneo più morti evitabili, senza alcun testimone“. Lo rende noto l’ufficio stampa di Msf. “In un crescente clima di criminalizzazione dei migranti e di chi li aiuta, si perde di vista il principio stesso di umanità”, conclude Claudia Lodesani di Msf. “Finché le persone continueranno a morire in mare o a subire atroci sofferenze in Libia, cercheremo nuovi modi per fornire loro l’assistenza umanitaria e le cure mediche di cui hanno disperatamente bisogno”.
“È un giorno buio”, dichiara Gabriele Eminente, direttore generale di Msf. “Non solo l’Europa ha fallito nel garantire la necessaria capacità di ricerca e soccorso, ma ha anche sabotato chi cercava di salvare vite umane. La fine di Aquarius vuol dire più morti in mare, più morti evitabili che avverranno senza alcun testimone”. Nel proprio comunicato Msf sottolinea che “gli Stati membri dell'Europa hanno alimentato terribili sofferenze consentendo alla guardia costiera libica di intercettare più di 14mila persone in mare e riportarle forzatamente in Libia, in aperta violazione del diritto internazionale. Ma nel 2015, l'Europa aveva preso un impegno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: nessuna persona soccorsa in mare sarebbe stata costretta a tornare in Libia”. Con l'interruzione delle attività da parte delle Aquarius, non ci saranno più navi nel Mediterraneo impegnate a soccorrere le imbarcazioni di migranti? Msf rileva che “nonostante i recenti sforzi di altre organizzazioni, non c'è un'adeguata capacità di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale”.