Un intervento a protezione di un motopesca italiano è stato compiuto ieri sera da una unità della Marina militare italiana nelle acque del Mediterraneo centrale, in prossimità della Tunisia. Una motovedetta non identificata si stava infatti velocemente avvicinando al peschereccio Aliseo, di Mazara del Vallo, intento in attività’ di pesca. L’Aliseo aveva subito segnalato l’episodio al cacciatorpediniere ‘Luigi Durand de la Penne’, in zona in quanto impegnato nella campagna d’istruzione della 2^ classe dell’Accademia Navale di Livorno ma anche perché operante nell’ambito del dispositivo “Mare Sicuro”. Dalla ‘Luigi Durand de la Penne’ si levava in volo un elicottero ed iniziava l’avvicinamento alla posizione del motopesca alla massima velocità. Contemporaneamente venivano avviate le comunicazioni con le autorità diplomatiche italiane a Tunisi e la Centrale Operativa della Marina militare tunisina. Queste azioni hanno permesso – riferisce una nota della Marina italiana – di chiarire la situazione e come conseguenza la motovedetta si è allontanata dalla zona.
La versione dell’armatore
Secondo quanto riferito dall’armatore Manuel Giacalone, il peschereccio si trovava in acque internazionali, a circa 30-35 miglia Nord-Est da Zarzis, non distante dal confine con la Libia. I tunisini avrebbero sparato colpi d’arma da fuoco verso il natante italiano. “Il nostro peschereccio, che a bordo ha 11 uomini di nazionalità mista – dice Giacalone – come dimostrano i tracciati del blue box si trovava in acque internazionali quando è stato preso d’assalto dalla motovedetta tunisina dalla quale sono stati sparati colpi di arma da fuoco. L’abbordaggio si è protratto per circa un’ora e per fortuna non ci sono stati feriti”. Il capitano dell’Aliseo, Domenico Ingargiola, ha spiegato ai militari della Marina italiana quanto avvenuto.
I precedenti
Il 2 agosto scorso, sempre a circa 30-35 miglia Nord-Est da Zarzis, una motovedetta militare tunisina aveva preso di mira un altro peschereccio mazarese, l'”Anna Madre”, che ieri sera ha rivissuto le fasi del tentativo di sequestro perché si trovava nelle vicinanze dell’Aliseo. Era stato l’equipaggio dell’Aliseo a dare l’allarme per il tentativo di abbordaggio dell’Anna Madre. Al comando generale delle capitanerie di porto la Marina militare tunisina avrebbe confermato il tentativo di sequestro del peschereccio. “Fare il nostro mestiere – conclude Giacalone – è diventato oltre che troppo oneroso anche troppo rischioso. La nostra marineria subisce attacchi in acque internazionali da oltre trent’anni. I danni economici sono enormi così come quelli psicologici e sociali, tanto che sto seriamente valutando, dopo quattro generazioni, di fare altro”.