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La Malaysia abolirà la pena di morte

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Il governo della Malayisia punta ad abolire la pena di morte per tutti i crimini per cui è prevista e a fermare le esecuzioni in corso. La decisione è stata accolta con grande entusiasmo dalle organizzazioni che tutelano i diritti umani perché viene presa in un continente, l'Asia, nel quale numerosi Paese continuano ad applicare la pena capitale. Oltre 1.200 persone popolano i diversi bracci della morte nelle carceri malesi, in attesa di essere impiccati per reati come omicidio, traffico di droga, alto tradimento e terrorismo. 

L'annuncio

Questa mattina il ministro della Giustizia, Liew Vui Keong, ha annunciato che già dalla prossima settimana l'esecutivo presenterà in Parlamento gli emendamenti necessari per l'abrogazione. Amnesty International ha parlato di “grande passo in avanti“, ricordando che la pena di morte è una “macchia terribile” sul fronte del rispetto dei diritti umani nel Paese. I condannati, ha aggiunto l'organizzazione, devono spesso aspettare anni nel braccio della morte per conoscere l'esito dei ricorsi presentati. “Non c'è tempo da perdere – ha commentato il segretario generale di Amnesty, Kumi Naidoo – la pena di morte avrebbe dovuto entrare nei libri di storia già tanti anni fa”. 

Elogi

Numerosi legali pro abolizione hanno elogiato la decisione del governo, spiegando che la pena di morte, oltre a essere, non ha alcuna funzione deterrente, non essendo mai stata provata la sua correlazione con una diminuzione dell'attività criminale. N.Surendan, consigliere di “Avvocati per la Libertà“, ha sottolineato che l'esecutivo, con la sua mossa, “ha dimostrato di essere un esempio per il Paese e per il mondo”. Poi l'appello: “Chiediamo ora di intervenire per salvare i nostri concittadini che sono stati condannati a morte in altri Paesi. Avendola abolita in Malaysia abbiamo il dovere morale di combattere per la vita di questi nostri connazionali. Dobbiamo salvarli, in particolare le donne”.  Molti cittadini malesi sono stati, infatti, arrestati e condannati all'estremo supplizio a Singapore per reati legati al traffico di droga

 

 

Edith Driscoll: