Si ĆØ chiusa oggi in Macedonia la campagna elettorale per le elezioni politiche anticipate di domenica. Appuntamento molto importante, in quanto tutti i macedoni vedono in questa votazione l’opportunitĆ per far uscire il Paese dalla crisi che lo attanaglia da oramai due anni. Lo Stato balcanico, infatti ĆØ fermo oramai da 24 mesi sia sul piano delle riforme che nel cammino verso l’integrazione europea.
La crisi nel Paese ĆØ stata generata dallo scandalo delle intercettazioni del gennaio 2015, quando il leader dell’opposizione Zoran Zaev accusĆ² il governo di aver tenuto sotto controllo le conversazioni telefoniche di oltre 20mila persone, tra cui anche politici, magistrati, diplomatici, religiosi, giornalisti. Ne ĆØ seguito un interminabile braccio di ferro con pesanti accuse incrociate di corruzione e autoritarismo. Gruevski, premier da un decennio, ha negato tutte le accuse, ma si ĆØ dimesso a gennaio del 2016 per consentire di indire elezioni anticipate, dopo una serie di manifestazioni pro e contro il governo.
Al voto anticipato, rinviato quest’anno due volte, si ĆØ giunti dopo un accordo raggiunto nel 2015 fra le principali forze politiche del Paese con la mediazione e la pressione dell’Unione europea. Alla consultazione elettorale partecipano cinque coalizioni e sei partiti. Secondo gli ultimi sondaggi il partito di destra di Gruevski, VMRO-DPMNE, resta in testa ai sondaggi ma permane un numero sostanzioso di indecisi che potrebbe modificare l’esito delle elezioni nel Paese di due milioni di abitanti.