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La Lifeline ha attraccato a Malta

Sono sbarcati i 234 migranti della nave Lifeline, attraccata in serata al porto di La Valletta, a Malta, dove si era diretta dopo l'ok ricevuto dal premier Muscat. Lo stesso presidente, poco prima delle operazioni di sbarco, aveva affermato che “la Lifeline sarà sequestrata per l'avvio di un'indagine, il capitano dell'imbarcazione ha ignorato le leggi internazionali, non si è trattato di uno scontro tra due stati membri”. Le operazioni di ormeggio hanno richiesto in tutto una trentina di minuti: una volta ancorata presso il molo 'Boilers', l'equipaggio ha avviato lo sbarco delle due centinaia di profughi, coadiuvato dall'equipe dell'ong tedesca presente a terra. Dopo i primi controlli, i migranti sono stati trasferiti negli alloggi previsti da sei pullman. Attorno al porto sono stati organizzati presidi di manifestanti del Moviment Patriyotti Maltin, i quali hanno esposto lo striscione “Stop human trafficking”.

No tedesco

Come previsto, le 234 persone sbarcate a Malta saranno ricollocate in otto diversi Paesi dell'Unione europea che hanno dato la loro disponibilità ad accoglierli: oltre alla stessa isola, apriranno le loro porte Italia, Francia, Portogallo, Belgio, Irlanda, Paesi Bassi e Lussemburgo. E, in serata, è arrivata la conferma che di questi non avrebbe fatto parte la Germania: “Al momento non c'è una necessità di azione per la Repubblica federale tedesca – ha detto il ministro dell'Interno Horst Seehofer – anche in futuro ci lasceremo guidare dai principi di umanità e ordine”. Per Seehofer, la strategia tedesca servirà a capire “come evitare di creare un precedente”.

La polemica

Nel frattempo, appena attraccata al molo maltese, la nave è stata sottoposta a sequestro per aver violato, come specificato da Muscat, le leggi internazionali. Anche il ministro dell'Interno italiano, Matteo Salvini, ha espresso la sua soddisfazione per l'operazione di requisizione, definendo il tutto un “altro successo del governo italiano: dopo anni di parole, in un mese arrivano i fatti!”. Il ceo della ong tedesca, Axel Steier, presente sul molo per le operazioni di sbarco, ha fatto riferimento al comportamento del ministro Seehofer attraverso un parallelismo col pari ruolo italiano, spiegando che “agisce come una versione tedesca del collega italiano Salvini e rende il governo tedesco complice della mancata assistenza a persone in pericolo”.

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