L'incredibile salvataggio di 12 giovani calciatori e del loro allenatore resterà impresso per sempre nella memoria del popolo thailandese. Per celebrare negli anni l'evento all'interno della grotta di Tham Luang verrà allestita una mostra permanente sulle operazioni di salvataggio. Il cunicolo è quindi destinato a trasformarsi in una “grande attrazione” turistica nazionale.
La retrospettiva
La grotta sorge al confine con il Myanmar vicino al villaggio di Mae Sai, in una zona poco sviluppata e con pochissime infrastrutture turistiche. “La zona diventerà un museo vivo per mostrare tutto lo svolgimento dei soccorsi, anche con un database interattivo”, ha spiegato in una conferenza stampa Narongsak Osottanakorn, l'ex governatore che ha coordinato le operazioni. Il premier thailandese, Prayuth Chan-ocha, ha assicurato che nella grotta e all'esterno saranno prese le precauzioni necessarie per garantire l'incolumità dei turisti. Non è chiaro se il museo resterà aperto anche nella stagione dei monsoni, da giugno a ottobre, quando la grotta è a rischio allagamento per le forti piogge.
Il film
Intanto vanno avanti anche i piani per girare un film sulla straordinaria disavventura dei “cinghialotti”. Due le case di produzioni americane interessate: la prima è la Pure Flix americana, di ispirazione cristiana, che ha già avviato una serie di interviste dei soccorritori. Il suo co-fondatore Michael Scott, vive in Thailandia e sua moglie è cresciuta con Saman Gunan, l'ex Navy Seal morto mentre partecipava ai soccorsi. Più prettamente commerciale l'interesse della Ivanhoe Picture di Los Angeles, scelta dal governo e dalla Marina thailandesi come partner ufficiale per girare un film che dovrebbe essere diretto da Jon M Chu, regista del recente “Crazy and rich”. C'è la preoccupazione che il film si concentri sul ruolo dei volontari stranieri minimizzando quello dei soccorritori thailandesi.