Ancora un dietrofornt della Grecia che ha deciso di rifiutare il piano proposto dai creditori e di non versare al Fondo Monetario Internazionale la rata in scadenza oggi di 300 milioni di euro ed ha preferito ripiegare su un unico pagamento di 1,5 miliardi che accorpa le quattro tranche che verranno saldate a fine mese. Inoltre il ministro delle finanze ellenico ha chiesto ai creditori di sottoporre proposte “più realistiche” di quelle presentate ieri a Bruxelles al premier Alexis Tsipras.
Tagli alle pensioni, aumento dell’Iva e riforma del mercato del lavoro sono ipotesi di riforme che il leader di Syriza ha definito delle “linee rosse” e che – secondo fonti non confermate ufficialmente – avrebbero creato malumori all’interno dello stesso partito.
La proposta comune di Ue e Fmi avrebbe richiesto un taglio della spesa per le pensioni pari all’1% del Pil, ma che avrebbe portato all’eliminazione del cosiddetto “Ekas”, ossi un’agevolazione per i pensionati più poveri. Solo questa riforma avrebbe permesso al governo greco di risparmiare 800 milioni di euro solo nel 2016. Gli altri tagli proposti dalla – ormai ex – Troika porterebbero all’interruzione dei sussidi per i carburanti e ad un aumento dei contributi dei cittadini alla spesa sanitaria. Per quello che riguarda l’Iva, il piano proposto dai creditori a Tsipras prevederebbe un aumento dell’11% dell’imposta sui farmaci, mentre per altri beni salirebbe al 22%.
Distanze, tra Istituzioni europee e Fmi da un lato e Grecia dall’altro, che potrebbero essere superate nell’incontro tra Tsipras e Juncker che si dovrebbe tenere oggi. La prossima scadenza per il pagamento della rata – in caso si raggiunga un accordo – potrebbe essere quella del 14 giugno. Ad Atene potrebbero essere così destinati 10,9 miliardi del Fondo europeo Salva Stati Efsf.