Trump e Kim potrebbero trovarsi, presto, nuovamente uno di fronte all'altro. Il presidente degli Stati Uniti ci spera, un po' per dare continuità allo storico faccia a faccia del giugno scorso, un po' per verificare a che punto sono i progressi promessi dalla Corea del Nord dopo il vertice di Singapore anche se, a dire il vero, la delegazione diplomatica statunitense sta già monitorando sulla denuclearizzazione di Pyongyang, ritenuto il passaggio centrale dell'accordo stipulato in primavera. Nel frattempo, il Tycoon afferma ai giornalisti di aver ricevuto “una grande lettera” dal leader nordcoreano e di aver stabilito con lui una buona relazione senza tuttavia aver mai enfatizzato la velocità del vincolo principale del documento di Singapore.
La lettera
A ogni modo, la lettera della quale Trump ha parlato arriva dopo alcuni giorni di maggiore tensioni fra il Tycoon e il leader nordcoreano il quale, nei giorni scorsi, aveva avvertito che l'approccio positivista di Pyongyang sarebbe potuto cambiare in caso Washington avesse persistito sulle sanzioni. Remore sulle quali Trump ha minimizzato, affermando che dopo il vertice di Singapore con Kim “abbiamo stabilito davvero un ottimo rapporto” e che “probabilmente avremo un altro incontro”. Sugli effetti positivi del vertice dello scorso giugno Trump è tornato anche alcune ore fa, spiegando che se non si fossero seduti a parlare, ci sarebbe potuto essere spazio per una guerra “grande e grossa”.
Clima complesso
Nel frattempo, Trump e Kim (o meglio, i loro corpi diplomatici) iniziano a gettare le basi per il secondo vertice, annunciato inizialmente addirittura all'inizio di quest'anno. Un incontro che, forse, potrebbe contribuire anche a rendere più chiari determinati passaggi dell'accordo di Singapore, dopo il quale i progressi si sono un po' arenati, vista anche l'insistenza di Pyongyang sull'abbassamento dei toni da parte degli Usa sulle sanzioni ma non solo, visto che Kim ha detto la sua anche sul processo di denuclearizzazione, visto alla stregua di un atteggiamento da “gangster”. Preludi che potrebbero condurre al nuovo vertice in toni e termini comunque complessi, vista l'intenzione americana di restare sulle sue posizioni sulla dismissione del programma nucleare nordcoreano.