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La Consulta spagnola stoppa i lavori del Parlamento

La sessione del Parlamento catalano prevista per lunedì, durante cui il presidente Carles Puigdemont, alla luce dei risultati del referendum, potrebbe proclamare l’indipendenza della regione autonoma, è stata sospesa in via cautelare dalla Corte costituzionale spagnola. Il provvedimento è stato adottato a seguito del ricorso proposto dal partito socialista catalano, contrario all’indipendenza e referente a Barcellona Psoe spagnolo.

Barcellona riflette

La decisione è vincolante secondo il diritto del regno ma non è scontato che la maggioranza indipendentista obbedisca all’ordine. Anche perché una normativa approvata a settembre dal “Parlament” prevede, con la vittoria del “sì”, l’entrata in vigore di una legge di transizione, superiore per valore al pronunciamento di qualunque corte spagnola. Il premier spagnolo Mariano Rajoy, da parte sua, aveva chiesto al presidente catalano di “tornare alla legalità” e rinunciare “con i tempi più rapidi possibili” al progetto di una Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza(Dui) per evitare “mali maggiori“.

La posizione dell’Ue

Madrid può contare sul pieno sostegno di Bruxelles, da cui non è arrivata nessuna apertura nei confronti della Catalogna. Anzi, il commissario Ue all’Economia Pierre Moscovici, ha ricordato che “un Catalogna indipendente non sarebbe membrodell’Unione europea. L’Unione europea conosce un solo Stato membro: la Spagna”. Per l’alto responsabile Ue, il braccio di ferro tra Barcellona e Madrid è “una vicenda dolorosa che va trattata dagli spagnoli. Risolverla non spetta né a Parigi né a Bruxelles né ad altri”. Moscovici è tuttavia tornato a lanciare un forte appello alla pacificazione evocando “immagini di violenza che hanno legittimamente scioccato. La soluzione – ha tagliato corto il francese – non può essere che il confronto. Dobbiamo obbligatoriamente creare delle istanze di dialogo”.

Il discorso del re

Proseguono le polemiche per le parole pronunciate da Felipe VI dopo il referendum. Fortemente critico Pablo Iglesias, leader di Podemos. “Il re ha fatto un errore storico che comprometterà il suo futuro politico – ha detto -. Non ha parlato con nessuna forza politica fondamentale, non ha parlato con i baschi, non ha parlato con noi. Ha fatto una dichiarazione in cui ha rotto la neutralità, ha fatto il discorso del governo. Un re che è un re del governo e non è il capo dello Stato di tutti i cittadini è un re che ha problemi di legittimità. Quello che ha fatto è stato molto irresponsabile“.

Banche in fuga

CaixaBank, la prima banca della Catalogna e la terza spagnola, sta, intanto, pensando di trasferire la sua sede alle Baleari. Il gruppo potrebbe decidere di lasciare il quartier generale a Barcellona ma spostare la sede legale per proteggere gli interessi dei depositanti. Secondo El Mundo alcuni consiglieri di amministrazione di Caixa sarebbero pronti a comunicare un trasferimento temporaneo alle Baleari se si producesse in Catalogna una situazione di insicurezza giuridica legata alla dichiarazione di indipendenza. Banco Sabadell, quinto istituto spagnolo e secondo in Catalogna, ha invece deciso di spostare la sua sede ad Alicante.

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