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La Cnn: “Popolarità di Trump sotto il 40%”, la replica: “Fake news, la mia base è solida”

Il calo di popolarità di Donald Trump a meno di un anno dalla sua elezione a presidente sembra certificato da un sondaggio pubblicato dalla Cnn, secondo cui l’operato dell’ex tycoon sarebbe approvato dal 38% degli americani e bocciato dal 56%. L’emittente televisiva ricorda che solo un altro presidente, a pochi mesi dall’ascesa alla Casa Bianca, aveva visto il suo consenso scendere sotto il 50%. Si tratta di Bill Clinton, con il 44%. Le rilevazioni sono state aspramente criticate da Trump, che le ha bollate come “fake news“. “La mia base è più forte che mai”, ha twittato il presidente Usa.

In precedenza il presidente Usa aveva lanciato la sua personale battaglia contro le “bufale” con un vero e proprio telegiornale trasmesso dalla Trump Tower di New York. L’obiettivo del network è diffondere “real news“. Il progetto è finanziato dalla sua campagna per la rielezione nel 2020 e secondo il Daily Beast, che cita fonti repubblicane, a gestirlo sarebbe la nuora di Donald Trump, la moglie del figlio Eric, Lara Trump. In queste ore poi i media americani non hanno mancato di riconoscere un “volto noto” seduto alla maniera di un mezzobusto televisivo a condurre il notiziario: si tratta di Kayleigh McEnany che per mesi è stata una sorta di surrogato di Trump – sostenendolo e difendendo le sue posizioni- e ospite fissa tra i commentatori presso la Cnn.

Tra i motivi che potrebbero aver determinato il calo di popolarità, oltre al Russiagate, anche le frequenti defenestrazioni nella squadra di governo e nello staff di Trump. Ma c’è chi non sembra correre questo rischio. Si tratta del direttore della Cia, Mike Pompeo, che gode dell’appoggio incondizionato della Casa Bianca. Fiducia non condivisa da alcuni membri dell’agenzia, per i quali, secondo il New York Times, Pompeo avrebbe “posizioni troppo politiche“, mentre i precedenti direttori avevano cercato di trovare il giusto equilibrio fra le richieste dei presidenti e la missione apolitica dell’agenzia. In questo senso, Pompeo è un’eccezione e c’è “preoccupazione” fra l’intelligence sulle sue posizioni. Anche se finora Pompeo non ha esercitato alcuna pressione sulla Cia e sui suoi agenti per mascherare o tenere nascosti alcuni temi, gli agenti temono che il suo atteggiamento troppo politico possa impedire o ostacolare il loro lavoro.

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