Nonostante l'apertura di Rex Tillerson la posizione di Donald Trump sulla Corea del Nord “non è cambiata“. Lo ha precisato la portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders. Pyongyang, ha aggiunto, “sta agendo in modo pericoloso non solo verso il Giappone, la Cina e la Corea del Sud, ma verso il mondo intero”. La dichiarazione suona come una presa di distanza nei confronti del segretario di Stato, che aveva parlato di “dialogo senza precondizioni” sulla denuclearizzazione della Penisola.
Cina
L'uscita di Tillerson, peraltro, era stata accolta positivamente dalla Cina. “E' stata una posizione costante del governo cinese quella di risolvere pacificamente le questioni della penisola coreana attraverso il dialogo e il negoziato”, aveva affermato in conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri, Lu Kang. Pechino, aveva aggiunto, “dà il benvenuto a tutti gli sforzi capaci di allentare le tensioni e di promuovere il dialogo per la soluzione dei problemi”. Sotto questo aspetto, la Cina aveva avanzato l'approccio della doppia sospensione, vale a dire lo stop ai programmi nucleare e missilistico di Pyongyang a fronte del blocco delle manovre militari congiunte di Stati Uniti e Corea del Sud, viste dal Nord come le prove generali di un attacco ai suoi danni. “Speriamo che Usa e Corea del Nord si incontrino per passi significativi su dialogo e contatti. La Cina – ha concluso – continuerà a giocare un ruolo nella promozione di un appropriato accordo alla questione della penisola in modo pacifico”.
Russia
La Russia, da parte sua, aveva definito “costruttive” la parole di Tillerson. “Essenzialmente – aveva commentato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov – possiamo constatare che tali dichiarazioni costruttive sono accolte da noi in modo più favorevole di quanto lo sia la retorica del confronto che sentivamo prima”. Secondo Peskov, le affermazioni di Tillerson potevano essere accolte “positivamente” perché in sintonia con “i richiami della parte russa di cui ha parlato diverse volte il presidente Putin”.