Resteranno top secret, per ora, i documenti della Casa Bianca per Jared Kushner, genero e consigliere del presidente degli Stati Uniti Donald Trump: l'attuale senior advisor del Tycoon, infatti, ha subito un declassamento del nullaosta che, finora, gli aveva consentito l'accesso a tali dossier. Assieme alla notizia, però, i quotidiani statunitensi non specificano le motivazioni che hanno spinto il capo dello staff, John Kelly (il quale però, secondo il qutodiano 'Politico', non avrebbe firmato il memo in questione), a togliere al marito di Ivanka Trump la security clearance e a farlo retrocedere dal livello 'Top secret/sci' a 'Secret', una sorte condivisa con altri membri dell'amministrazione che possono beneficiare solo di un nulla osta temporaneo.
Permesso revocato
Su Jared Kushner, probabilmente, ha pesato l'indagine sul Russiagate (che l'aveva visto coinvolto in quanto, in piena campagna elettorale, partecipò al noto incontro alla Trump Tower con l'ambasciatore russo Sergej Kyslyak, assieme a Flynn) ma anche le attività imprenditoriali della sua famiglia, venute alla ribalta alcuni giorni fa per alcune transizioni sospette con imprese stranirere (su tutte la cinese Anbang). Aspetti che, durante l'indagine di background sugli aspiranti beneficiari della security clearance, voluta da Kelly dopo il caso delle violenze domestiche che ha coinvolto il suo vice Robert Porter, sono emersi in modo abbastanza da chiaro da indurre il capo-staff della Casa Bianca a sospendere la concessione al consigliere (e genero) di Trump, decisione che potrebbe in modo significativo limitare il suo lavoro di collaborazione con il presidente, a dispetto della libertà di manovra garantita finora dal suo status di familiare, oltre che collaboratore, dell'inquilino della Casa Bianca.
La posizione di Kushner
Da capire, ora, se la scelta di “imbrigliare” Kushner possa provocare qualche tipo di ripercussione fra Trump e il suo chief of staff i quali, qualche settimana fa, avevano visto il loro rapporto incrinarsi, specie dopo il caso Porter. Kelly, addirittura, era arrivato a concepire la possibilità delle sue dimissioni ma era stato proprio il presidente a fargli cambiare idea, smentendo anche le voci su un possibile avvicendamento con Tom Barrack. Su Kushner, del resto, come scrive il 'Washington Post' graverebbero indizi riscontrabili in materiali di Intelligence che lo coinvolgono in modo indiretto, dai quali si evincerebbe che alcuni rappresentanti di Paesi stranieri avrebbero discusso in modo privato dei modi possibili per manipolare il genero del presidente allo scopo di trarre vantaggio dalle sue complesse relazioni d'affari e la scarsa esperienza in politica estera. Al momento non vi sarebbero conferme sul fatto che tali discussioni abbiano poi trovato riscontro: i sospetti, tuttavia, sono stati sufficienti a porre il veto sul suo accesso ai documenti top-secret. Ufficialmente, Kelly aveva specificato che i nulla osta sarebbero stati revocati per tutti i background in fase di stallo dall'1 giugno scorso.