“Il mio governo sarà europeista o non sarà. Useremo il nostro semestre per dare una forte impronta per ulteriori riforme nella Ue”. Quanto alla presenza dell’estrema destra, “nei negoziati porrò chiaramente la condizione che il programma esprima i miei valori di base e le mie convinzioni europeiste”. Lo ha detto Sebastian Kurz, attuale ministro degli Esteri e prossimo cancelliere austriaco, in un’intervista al Corriere della Sera.
“Con la Fpoe (il Partito della libertà austriaco) ci sono molte convergenze sul piano della riduzione delle tasse, del rilancio della nostra economia al vertice della Ue, della lotta contro l’immigrazione clandestina“, ha spiegato Kurz. “Più in generale, ci avvicina alla Fpoe il comune desiderio di un cambiamento fondamentale dell’Austria”.
Sulla questione migranti, Kurz sostiene la “linea dura contro l’immigrazione illegale. Penso che i migranti – dice – debbano essere salvati, ma poi rimandati indietro il prima possibile”. “Sono felice che la politica migratoria sia cambiata nella giusta direzione in Italia e nel resto d’Europa”, ha aggiunto. “Non siamo ancora al traguardo, ma l’atteggiamento complessivo è molto più realistico rispetto al 2015. Il punto centrale è che i migranti illegali non devono arrivare sul territorio della Ue. Fino a quando non saremo in grado di farlo, l’Europa senza confini al suo interno sarà in pericolo”.
Parlando dell’Italia, “abbiamo ottime relazioni, siamo vicini e cooperiamo bene nella Ue. Ho rapporti eccellenti con Gentiloni sin da quando era agli Esteri e ora con Alfano“, ha spiegato Kurz.
La squadra che vedrà il populista Heinz-Christian Strache al fianco del più giovane leader d’Europa è uscita vincente dai colloqui esplorativi dei giorni scorsi. Kurz ha però assicurato che il prossimo governo austriaco “avrà un chiaro orientamento filoeuropeo“, e sarà per un’Europa “sussidiaria”. Il futuro alleato ha messo da parte i discorsi sull’exit austriaco. “Meno, e meglio“, resta la sua filosofia rispetto ai temi europei. Mentre il segretario generale del partito Herbert Kickl ha definito il rapporto del Fpoe con l’Ue con una metafora: “Come in amore, quando uno ama, questo non significa però che sia sempre amabile con lui“.