IranĀ eĀ IraqĀ hanno avviato una serie diĀ manovre militari congiunteĀ al confineĀ tra la regione autonoma del Kurdistan iracheno e lāIran, una settimana dopo il referendum sullāindipendenza curda condannato sia daĀ TeheranĀ sia dalle autoritĆ centrali diĀ Baghdad. Il sito curdo irachenoĀ RudawĀ ha riferito che le esercitazioni hanno portato alla chiusura temporanea al traffico merci ā ma non ai viaggiatori āĀ diĀ due valichi di frontiera. Lāinizio delle manovre ĆØ stato confermato dallāagenzia semiufficiale iranianaĀ Isna. āLāIran e lāIraq hanno nemici comuni, e hanno bisogno dirafforzare la sicurezzaĀ ai loro confiniā, ha detto il generale iraniano Mohammad Pakpur, comandante delle forze di terra dei Pasdaran.
Forte del risultato ottenutoĀ Massud BarzaniĀ ha intanto compiuto una visita a sorpresa aĀ Kirkuk, cittĆ occupata dalle milizie curde Peshmerga ma contesa con le autoritĆ centrali di Baghdad. Barzani, riferisce il sito di notizie curdoĀ Shafaaq, ha incontrato tra gli altri il governatore curdo di Kirkuk,Ā Najmuldin Karim, convinto sostenitore della tenuta del referendum anche in questa cittĆ , che recentemente ha rifiutato di obbedire ad una mozione votata dal Parlamento di Baghdad per laĀ sua rimozione.
Sulla consultazione il Kurdistan ha dovuto incassare, oltre allāostilitĆ dei Paesi vicini, anche il parere negativo di gran parte dellaĀ comunitĆ internazionale. Le autoritĆ curde hanno espresso, in particolare, ādispiacere e insoddisfazioneā per il mancato appoggio da parte degliĀ Stati Uniti, loro alleatiĀ nella guerra a Saddam Hussein e poi allāIsis. VenerdƬ scorso il segretario di Stato americanoĀ Rex TillersonĀ aveva affermato che āil voto e i risultati mancano di legittimitĆ ā, aggiungendo che Washington continua āa sostenere unĀ Iraq unito, federale, democratico e prosperoā. Il portavoce della presidenza del Kurdistan iracheno, Omed Sabah, ha risposto che āgli Usa avrebbero dovuto apprezzare e rispettare laĀ volontĆ di indipendenzaĀ del popolo del Kurdistan, visto che coloro che hanno votato a favore sono stati ilĀ 92%Ā in un referendum libero, trasparente e pacificoā.