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Kosovo-Serbia: dialogo in alto mare

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No della Serbia alla “piattaforma” per la fase finale del dialogo e la normalizzazione dei rapporti con il Kosovo, approvata ieri dal Parlamento di Pristina e ritenuta “inaccettabile” da Belgrado.

Riunione

Nella capitale serba si è riunito il Consiglio per la Sicurezza nazionale, convocata d'urgenza ieri sera dal presidente, Aleksandar Vucic. Il documento kosovaro contestato, dando per acquisita l'indipendenza del Kosovo e l'intangibilità dei suoi confini, prevede come esito del negoziato il reciproco riconoscimento fra Belgrado e Pristina all'interno degli attuali confini e l'ammissione del Kosovo all'Onu, al Consiglio d'Europa e alle altre principali organizzazioni internazionali.

La piattaforma

La “piattaforma” sull'accordo finale per la normalizzazione dei rapporti tra Belgrado e Pristina prevede inoltre la revoca della risoluzione 1244 del consiglio di sicurezza dell'Onu. Tale risoluzione, adottata al termine del conflitto armato di fine anni '90, prevede in sostanza per il Kosovo uno status di “protettorato” delle Nazioni Unite sotto controllo internazionale, e sancisce che la Kfor, la Forza Nato, è l'unica forza armata autorizzata a stazionare sul territorio del Kosovo. Pristina nei mesi scorsi ha annunciato la creazione di un proprio esercito sovrano. Nel documento, inoltre, si chiede alla Serbia di porre fine alla sua attività diretta a ottenere la revoca del riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo da parte di altri stati, e di non ostacolare il cammino di Pristina verso l'adesione alle organizzazioni internazionali. Verrà inoltre creato un Tribunale per giudicare i crimini dei serbi compiuti in Kosovo.

Bocciatura

Tutte richieste giudicate “inaccettabili” da Belgrado che denuncia inoltre il fatto che non si fa alcun riferimento ai serbi del Kosovo e ai loro interessi e richiesta di sicurezza. Per la dirigenza serba si tratta di una posizione che pone praticamente fine al dialogo e dimostra la volontà di Pristina di non voler alcun accordo di compromesso ma solo il riconoscimento dell'indipendenza.

Luana Pollini: