Keith Broomfield è il nome del cittadino americano che arruolatosi tra le file delle milizie curde, ha combattuto contro lo Stato Islamico nella zona di Kobane. L’uomo è morto lo scorso 3 giugno in battaglia, lo ha annunciato il comandante Idris Nassan al canale Nbc News. Prima che il suo corpo venisse consegnato alla famiglia, centinaia di curdi hanno voluto portare un ultimo saluto al compagno di guerra, sui social si moltiplicano invece i tweet e i post che lo definiscono un “martire”.
Lo scorso febbraio il sito Rudaw riferiva di una grossa ondata di combattenti stranieri pronti a unirsi ai militanti curdi e ai Peshmerga inviati dal Kurdistan iracheno nella loro battaglia contro il Califfato. Il fenomeno dei cittadini partiti come volontari per contribuire a sconfiggere l’Isis è in continua espansione, su Facebook esiste la pagina “The Lions of Rojava” che promuove questo genere di iniziative raccontando le storie degli eroi occidentali al fianco dei curdi.
Tra questi, sembra ci sia anche l’attore britannico Michael Enright, che dal Kurdistan siriano ha raccontato alla Cnn di aver deciso di arruolarsi contro lo Stato Islamico dopo aver visto i video dell’uccisione del giornalista James Foley e di altri ostaggi dei jihadisti. “E’ stato scioccante e mi ha reso pieno di rabbia”, ha spiegato il 51enne, secondo il quale i curdi hanno il coraggio e la capacità di combattere gli uomini di al Baghdadi, ma necessitano di più aiuti da parte dell’Occidente.
Il caso però è avvolto nel mistero in quanto molti, tra cui un ex ufficiale dell’Esercito americano, Jordan Matson, che oggi si occupa di reclutare militanti anti-Isis, dichiarano che l’attore sia stato respinto da almeno quattro unità curde e che probabilmente il suo unico intento è quello di raccogliere materiale per una sceneggiatura. Il fatto però è ancora sospeso tra verità e gossip.