Una visita improvvisa ma anche un modo per rafforzare le relazioni diplomatiche (e non solo) in vista del nuovo (e ben più importante meeting con Donald Trump: fa tutto in modo rapido e senza proclami ufficiali Kim Jong-un, leader nordcoreano che, dal 7 al 10 gennaio, sosterà in Cina per rispondere a un invito del presidente Xi Jinping. Un viaggio che Kim ha effettuato in treno, travalicando il confine di Dandong ed entrando quindi in Cina, proprio mentre all'interno del Paese contiuna a ritmi serrati l'azione diplomatica con gli Stati Uniti, allo scopo di preaprare il terreno al faccia a faccia con il Tycoon. Un viaggio organizzato in gran segreto tanto che, soltanto ieri, l'agenzia nordcoreana Yonhap aveva ipotizzato che, avendo varcato il confine a Dandong, fosse il presidente a essersi recato da Xi.
Il viaggio in Cina
Una mossa attesa quella di Kim, che si verificò anche poco prima dello storico vertice di giugno a Singapore e che, in qualche modo, sottolinea una volta di più i cruciali legami che legano Pyongyang a Pechino. Con Xi, in particolare, Kim si incontra per la quarta volta e, in questa occasione, ha portato con sé anche sua moglie Ri Sol-ju, conferendo al viaggio in Cina un'aria ancora più istituzionale. Al momento non sono noti i dettagli dell'incontro ma, certamente, il nuovo vertice cinese assume i contorni di prova generale per Kim, il quale si presenterà al nuovo faccia a faccia con Trump per fare il punto sui progressi nordcoreani richiesti dagli Usa affinché l'intesa firmata a Singapore durasse.
Verso Trump…
Al momento, sul punto cruciale della denuclearizzazione, la Corea del Nord sembra aver fatto solo fino a un certo punto i compiti a casa. Proprio nei giorni scorsi, infatti, Kim era tornato ad alzare la voce contro il presidente americano e a indicare le sanzioni attribuite a Pyongyang un elemento deterrente rispetto a quanto firmato a giugno. Inoltre, nonostante siano di fatto cessati proclami e sfilate, il sentore è che l'ingegneria nucleare dei ricercatori abbia tutt'altro che cessato di agire, pur in un contesto in cui Washington premeva affinché si procedesse alla dismissione immediata dei siti e alla sospensione dei vari test. Tutti elementi dei quali si parlerà nel nuovo summit, dal quale si capirà molto della reale volontà dei due leader di proseguire in un clima disteso i rapporti fra i loro Paesi.