Cresce la pressione europea su Mosca per la crisi ucraina. L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, riunita martedì a Strasburgo, ha chiesto alla Russia di interrompere il finanziamento al terrorismo nella regione. La crisi umanitaria, precisa la risoluzione approvata, è sempre più grave: diventa urgente che le parti in conflitto rispettino il cessate il fuoco. I Ventotto Stati membri chiedono ai ministri europei “di valutare la situazione e considerare ogni azione appropriata, in particolare riguardo a ulteriori misure restrittive”.
Tra le nuove sanzioni potrebbe esserci la possibilità di escludere Mosca dal circuito internazionale Swift di pagamenti interbancari e l’allungamento della lista di persone o società che si vedranno imporre limiti sulle attività economiche nella Ue. Oltre a questo, Mosca considera una forma di sanzione anche la decisione dell’agenzia Standard & Poor’s di portare il rating sul debito sovrano russo al di sotto del livello “investment grade”, sconsigliando in tal modo gli investimenti finanziari nel Paese.
L’Ucraina risponde all’ex Unione Sovietica per vie politiche. La Rada – il parlamento ucraino – ha approvato ieri – martedì – una risoluzione che riconosce la Russia come “Paese aggressore” e le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk come “organizzazioni terroristiche”. L’organo legislativo di Kiev ha chiesto inoltre “ai partner internazionali dell’Ucraina di non lasciare impuniti i colpevoli dei crimini contro l’umanità commessi dall’inizio dell’aggressione russa”.
La dichiarazione firmata da Poroshenko è stata bollata come “irresponsabile” da Mosca. Putin – nel giorno della commemorazione dei 70 anni dalla liberazione dei lager – ha paragonando l’Occidente ai nazisti per la sua volontà di “dominio del mondo” e l’est ucraina ad Auschwitz poiché “vengono uccisi i civili a sangue freddo”. La dichiarazione del Presidente russo fa seguito alle tante critiche internazionali piovutegli addosso per la sua assenza alle commemorazioni della Shoah.