E' sempre teso il clima fra Mosca e Kiev dopo la crisi dello stretto di Kerch. Il ministro ucraino delle Infrastrutture, Volodymyr Omelyan, ha accusato la Russia di aver bloccato l'accesso ai porti ucraini di Mariupol e Berdyansk, nel Mare di Azov, dove si sta consumando l'ultimo capitolo della vicenda.
Accusa e smentita
Secondo il ministro, 35 navi sono state bloccate, in entrata e in uscita. “Non mi risulta che sia in vigore alcuna limitazione all'accesso ai porti ucraini nel Mare d'Azov”, ha dichiarato alla stampa il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. “Al contrario – ha specificato – sappiamo che lo Stretto di Kerch lavora a normale regime“. Il portavoce ha osservato che, a causa delle condizioni meteorologiche, in alcuni casi il porto di Kerch può prendere decisioni per regolare la navigazione. Poco prima, l'agenzia Tass, citando una fonte nei servizi marittimi della penisola di Crimea, aveva smentito le accuse del ministro ucraino. “Nessuno trattiene alcuna nave“, aveva spiegato la fonte, sottolineando che secondo la procedura ufficiale, tutte le imbarcazioni devono presentare con 48 ore di anticipo una richiesta per attraversare lo Stretto di Kerch e aspettare la conferma entro 24 ore.
“No grazie”
Lo stesso Peskov ha nuovamente declinato la proposta di mediazione avanzata dalla Germania su impuslo degli Stati Uniti. “Mosca è grata a tutti coloro che sono pronti a contribuire alla de-escalation delle tensioni, provocate dalla parte ucraina, ma non vede la necessità di alcuno sforzo di mediazione”. Trump si era anche detto favorevole a un ruolo della Francia nella risoluzione della vicenda. Il presidente ucraino, petro Poroshenko, da parte sua aveva auspicato un intervento di Angela Merkel. “Nel 2015 è stata lei attraverso i suoi negoziati a salvare già una volta il nostro Paese – ha detto alla Bilde -. Speriamo che ci sostenga ancora come fece allora con gli altri nostri alleati“.