Le elezioni presidenziali in Kenya dovranno ricelebrarsi entro 60 giorni. Lo ha deciso la Corte Suprema del Paese africano dopo aver riscontrato irregolarità nel voto dello scorso 8 agosto, che aveva confermato Uhuru Kenyatta alla guida del Paese.
Sono stati quattro dei sei giudici della Corte suprema a votare in favore della petizione presentata da Raila Odinga, principale sfidante dell’attuale presidente e suo storico oppositore, che contestava l’esito delle elezioni, denunciando brogli. Secondo i dati forniti dalla Commissione elettorale, il 56 enne Kenyatta ha vinto con il 54,31% dei suffragi mentre il suo antagonista Raila Odinga, 72 anni, ha ottenuto il 44,81% delle preferenze. Secondo Odinga quello di oggi è “un giorno veramente storico per il popolo del Kenya e per tutta l’Africa”.
Furioso l’attuale capo di Stato che ha bollato come “truffatori” i membri della Corte Suprema. Kenyatta ha comunque dato l’impressione di aver già avviato la sua nuova campagna elettorale e ha promesso di trasformare Nairobi “in modo tale che sembrerà Londra“.
Le presidenziali di quest’anno sono state precedute da omicidi e misteriose scomparse. Chris Msando, capo del Comitato di supervisione del voto, che quest’anno si preannunciava super tecnologico e all’avanguardia, è stato torturato e ucciso. Andreas Katsouris, consulente canadese del leader dell’ìopposizione, è stato portato via a forza dalla sua stanza d’albergo a Nairobi, e messo sul primo volo per Toronto.
Subito dopo la pubblicazione degli esiti si erano verificate manifestazioni violente in tutto il Paese che avevano provocato la morte di numerose persone.