E'arrivato l'ok della Commissione giustizia del Senato degli Stati Uniti alla nomina di Brett Kavanaugh come nuovo giudice della Corte suprema. Una decisione che giunge 24 ore dopo la testimonianza in Aula di Christine Blayse Ford, la donna che lo ha accusato di aver esercitato su di lei una violenza sessuale nel 1982, quando entrambi frequentavano il college. Rivelazioni che, a ogni modo, non sembrano aver scoraggiato la Commissione dal conferire fiducia al magistrato nominato (e difeso fino all'ultimo) da Donald Trump il quale, però, dovrà ora passare al Senato e, ancora prima, superare la resistenza del senatore repubblicano Jeff Flake, da cui è arrivata la proposta di posticipare il voto di una settimana.
La critica a Flake
La richiesta di Flake si inserisce proprio nella questione delle accuse di violenza per le quali, secondo il suo parere, è necessaria un'indagine dell'Fbi, da istituire per accertare fino in fondo le eventuali responsabilità di Kavanaugh (che ieri si era strenuamente difeso in audizione) ed eventualmente procedere con la votazione del Senato. Una proposta avanzata nonostante il fronte repubblicano fosse apparso piuttosto compatto nel dare il proprio assenso alla nomina, mentre alcuni democratici hanno abbandonato l'Aula durante la votazione. Lo stesso Flake, peraltro, era stato avvicinato da una manifestante nei pressi di un ascensore del Congresso e aspramente criticato per il voto favorevole alla nomina di Kavanaugh: “Non abbassi lo sguardo – ha detto l'attivista -. Mi guardi e mi dica che ciò che mi è successo non importa, e che lascerà che altri uomini potenti facciano quello che è stato fatto a me. Questo significa il suo voto”.
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