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Kavanaugh alla Corte, Trump vince la sfida

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Brett Kavanaugh è stato eletto nuovo giudice della Corte Suprema, forte di 50 voti a favore contro i 48 sfavorevoli. Una sfida vinta per il presidente Trump (che su Kavanaugh aveva scommesso tutto e puntato forte, anche dopo la testimonianza in Senato di Christine Blasey Ford, che lo accusava di molestie sessuali ai tempi del college) e anche per la destra, alla quale viene conferita, con l'elezione del giudice, una solidissima maggioranza alla Scotus. Un voto risicato ma di grandissimo peso che chiude, di fatto, mesi di contenzioso asprissimo fra Kavanaugh e le sue accusatrici (altre tre oltre a Ford), risolto da un pronunciamento accompagnato, oggi come nei giorni scorsi, da proteste vibranti dei movimenti per la difesa delle donne ma non solo. All'esterno dell'aula dove il vicepresidente Mike Pence ha presieduto il voto dei senatori, decine di persone venivano fermate dalle Forze dell'ordine, incrementando a oltranza il numero di fermati. All'interno, invece, Pence è stato costretto a fermare momentaneamente le operazioni, per le vibranti proteste dei manifestanti.

Le proteste

Di certo si tratta di un voto storico che, in qualche modo, secondo alcune voci palesa il rischio di un'estensione “politica” della Corte Suprema, già estremamente influente nelle posizioni interne e internazionali degli Stati Uniti, con poteri estremamente elevati. Anche per questo, nei giorni scorsi, si era levata la voce di allarme dei giudici Elena Kagan e Sonia Sotomayor (di nomina sotto presidenza Obama), le quali avevano ricordato che “la Corte Suprema rischia di perdere la sua legittimità se non viene considerata imparziale” e che fondamentale era il suo mantenimento “al di sopra le parti”. Questo e le accuse di Ford, ovviamente, avevano scatenato il dibattito attorno alla figura di Kavanaugh, laddove per Trump solo la prima parte delle accuse era motivo di rimostranze anche se, a suo tempo, si era detto desideroso di ascoltare la versione della donna e di essre pronto a cambiare eventualmente opinione su Kavanaugh.

Sfida vinta

Niente di tutto questo: la presunzione di innocenza e la mancanza di prove certe a sostegno delle accuse di Ford ha spinto il Senato a conferire la maggioranza (stretta ma decisiva), spalancando a Kavanaugh le porte della Corte e rafforzando l'ala repubblicana al Palazzo di Washington, situazione da non sottovalutare in vista delle elezioni di medio termine di novembre. Anche in questo senso, infatti, si inserisce la nomina di Kavanaugh: una nuova sfida portata a casa dal presidente, che rischia ma incassa un'altra piccola grande vittoria. A questo punto, anche la sottile maggioranza alla Camera potrebbe non essere più così a rischio.

Mattia Damiani: