Evitare l'escalation delle tensioni. E' quanto ha chiesto l'alto rappresentante della politica estera dell'Unione europea, Federica Mogherini al ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, e a quello pakistano Shah Mahmood Qureshi. La Mogherini ha avuto un colloquio telefonico con i due ministri e con entrambi ha sottolineato l'importanza di evitare l'inasprimento delle tensioni in Kashmir e, alla fine di raggiungere un compromesso, ha definito “cruciale” il dialogo tra India e Pakistan. Sulla questione del Kashmir, “l'Ue sostiene una soluzione poltica tra le due parti, unica via per risolvere una disputa che provoca instabilità nella regione”, ha detto la Mogherini. Anche le Nazioni Unite stanno monitorando la situazione: il segretario generale, António Guterres, ha invitato i due Paesi ad abbassare i toni, ma il timore è che la situazione possa sfuggire di mano.
La mela della discordia
I problemi in quella che fino a una settimana fa era una regione autonoma sono iniziati lo scorso 5 agosto quando, parlando ai membri della Camera alta, il ministro dell'Interno indinao, Amit Shah, ha annunciato la decisione del governo di promuovere un decreto che revoca lo status di autonomia della regione e di dividerla in due micro-territori: il principato di Jammu e Kashmir avrà una sua legislatura ma sarà amministrato dall'esecutivo centrale.
Le tensioni
Nel frattempo continuano le tensioni e gli episodi di violenza nei territori. Le agenzie di sicurezza indiane, come riporta l'Ansa, hanno arrestato oltre 500 persone nel Kashmir indiano per prevenire ulteriori violenze. La notizia è stata diffusa dall'emittente radiofonica statale All India Radio. Inoltre, secondo quanto riferito da La Presse, il Pakistan avrebbe espulso l'ambasciatore indiano e sospeso le relazioni commericali con il Paese vicino. In una nota, il ministro degli Esteri, Shah Mehmood Qureshi, ha fatto, inoltre, sapere che il governo di Islamabad richiamerà a breve il suo ambasciatore a Delhi.
Cosa succederà al Kashmir
Con il disegno di legge vigente, lo stato amministrativo di Jammu e Kashmir passerà ad essere un territorio sindacale: uno status quo in cui il governo indiano ha più voce in capitolo negli affari interni. Già prima che le due camere prendessero ferma posizione sulla regione, l'India aveva avviato una serie di operazioni militari dal carattere di una vera e propria repressione militare. Come sottolinea il settimanale Internazionale, diversi dirigenti locali sono stati arrestati e anche la linea telefonica è stata sospesa. Secondo l'agenzia di stampa Press Trust of India, fra gli arrestati vi sarebbero anche i due ex-governatori Mehbooba Mufti e Omar Adullah, che in passato hanno denunciato la revoca dello status autonomo della regione come minaccia del governo di Narendra Modi rivolto alla popolazione del Kashmir. Per ora il destino dell'intera regione è incerto, perché sarà determinato dalle politiche che entrambe le parti appronteranno.