Quaranta morti e almeno 54 feriti. Questo il bilancio dell'attentato kamikaze contro la sede del Tabian Media Center di Kabul, all'interno del quale si trovano gli uffici dell'agenzia di stampa Sadai Afghan (Voce afghana). Il numero dei morti, quasi tutti civili, è stato confermato ai giornalisti dal portavoce del ministero dell'Interno e da responsabili dell'ospedale Istiqlal della capitale afghana. Il Tabian Media Center è una organizzazione culturale gestita da un religioso sciita.
L'attacco
Il vice portavoce del ministero dell'Interno, Nasrat Rahimi, ha indicato che dopo l'attacco suicida contro l'agenzia di stampa Sadai Afghan, conosciuta anche come Ava News Agency, vi sono state altre due esplosioni. Il direttore dell'organo di informazione, Sayed Hasan Hussaini, ha reso noto che al momento dell'attentato nei locali era in corso una riunione di studenti. Secondo la tv Tolo, oltre ai giornalisti, fra le vittime vi sono anche donne e bambini.
Condanna
L'attacco terroristico è stato duramente condannato dal presidente afghano Ashraf Ghani che ha parlato di “crimine contro l'umanità“. “Con l'attentato odierno, e con quelli contro moschee e centri culturali – ha ribadito il capo dello Stato – i terroristi commettono crimini contro l'umanità, con atti che sono contro tutti i principi islamici ed umanitari”.
Rivendicazione
L'attacco è stato rivendicato da un gruppo terroristico affiliato all'Isis. Nel comunicato pubblicato da Amaq si legge che per l'attentato sono state impiegate tre bombe e un kamikaze. In precedenza i talebani dell'Emirato islamico dell'Afghanistan avevano preso le distanze dalla strage via Twitter. Questo aveva aperto l'ipotesi di una responsabilità per l'attentato del Califfato, tenendo anche conto che i responsabili del Tabyan Media Center e dell'agenzia di stampa Ava sono sciiti.