Almeno 40 morti e oltre 60 feriti: sono i numeri drammatici del nuovo attentato kamikaze che ha sconvolto la città di Kabul, colpita durante una grande cerimonia religiosa. Secondo quanto riferito dal Ministero della Sanità della capitale afghana, un attentatore suicidia si sarebbe fatto esplodere nel bel mezzo di una riunione di sunniti, intenti a svolgere le celebrazioni per la commemorazione dell'annivesrario della nascita del profeta Maometto. L'uomo avrebbe colpito all'interno di una grande sala solitamente utilizzata per i matrimoni, all'interno della quale si trovavano centinaia di persone: anche per questo, il timore è che il bilancio possa ulteriormente incrementarsi. Al momento, peraltro, non è arrivata alcuna rivendicazione ma la dinamica dei fatti ha inidirizzato i sospetti verso i miliziani dell'Isis, i quali avevano già colpito ad agosto a Kabul.
Teatro di stragi
L'attentatore suicidia ha messo in atto il suo piano nell'Uranus Hall, in pieno distretto Pd15, in quel momento gremito di persone. Potrebbe non essere una coincidenza che il nuovo attentato sia stato messo in atto mentre sono in corso i negoziati di pace fra Israele e Usa a Doha, in Qatar, dove si sono svolti alcuni incontri tra funzionari degli Stati Uniti e alcuni studenti musulmani. D'altro canto, anche i movimenti di Taliban (oltre ai gruppi dell'Isis operanti sul territorio) avevano in passato colpito i gruppi religiosi a sostegno del governo. Alle recenti elezioni legislative il bilancio dei morti prima, durante e dopo il voto era stato impressionante: 56 morti 379 feriti, numeri impressionanti che avevano messo l'Onu in allerta.
A giugno scorso, invece, il sedicente Stato islamico aveva provocato una strage fra i vertici del clero di Kabul, uccidendo 14 persone cercando di colpire gli Ulema antiterrorismo, i quali avevano definito i gruppi jihadisti “contrari alla religione islamica”, oltre che stigmatizzato il terrorismo in sé come “totalmente illegale e privo di fondamento e giustificazione religiosa”.