Undici poliziotti sono stati condannati a un anno di prigione per non aver impedito il linciaggio di una donna a Kabul il 19 marzo scorso. Si tratta di Farkhunda, 28enne affetta da problemi psichici, picchiata a morte dopo essere stata accusata ingiustamente di aver bruciato alcune pagine del Corano. In realtà la ragazza si era scagliata contro un gruppo di persone, fra cui un mullah, che facevano affari in una moschea vendendo amuleti. Per vendetta gli uomini hanno diffuso false voci sulla giovane denunciandola per blasfemia.
Al tribunale di Kabul davanti al giudice Safiullah Mojaddidi sono comparsi 19 agenti sui quali pendeva l’accusa di aver assistito, senza intervenire, all’uccisione di Farkhunda. Di questi, otto sono stati assolti per insufficienza di prove, gli altri sconteranno la pena con un anno di prigione. Per lo stesso delitto erano già state condannate a morte, due settimane fa, 4 persone, 8 invece sono finite in carcere per 16 anni.
La morte di Farkhunda è divenuta il simbolo della lotta per i diritti civili e in particolare delle donne. Al suo funerale, il feretro venne trasportato sulle spalle solo da altre donne, un fatto senza precedenti. Alcuni filmati del linciaggio circolati nei giorni successivi sui social media mostrano diversi agenti in uniforme che osservano la scena senza intervenire.