L’attacco al Palazzo di Giustizia di Mazar-i-Sharif, in Afghanistan, si è concluso con un pesante bilancio nella serata del 9 Aprile. Il numero dei morti è salito a 20 e a seguire 67 feriti. L’assalto è stato portato avanti da un gruppo di talebani che hanno lanciato delle granate all’interno dell’edificio e dopo essersi aperti la strada, hanno sparato contro le forze di sicurezza e incendiato alcune strutture del complesso.
Lo scontro a fuoco è durato quasi sei ore, le vittime segnalate sono 11 civili, 5 agenti e 4 dei terroristi. Tra loro ha perso la vita anche il capo della polizia distrettuale. Molte persone durante l’attentato sono state messe in salvo dall’intervento delle forze dell’ordine. L’azione è stata successivamente rivendicata dai talebani: “I nostri martiri mujaheddin hanno compiuto questo attacco nella città di Mazar-i-Sharif”, ha detto per telefono alla France Presse Zabihullah Mujahid, un loro portavoce.
La tensione nel Paese è salita alle stella da quando il 25 Marzo il presidente Barack Obama ha annunciato che il Pentagono avrebbe prolungato la sua missione in Afghanistan fino alla fine dell’anno. I talebani sono un gruppo di fondamentalisti islamici formatisi nelle scuole coraniche afghane e pakistane (in lingua pashtun indica ‘studente’), impegnati nella guerriglia antisovietica. Dopo il 1996, quando emersero come vincitori, conquistarono il potere imponendo un regime teocratico basato sulla rigida applicazione della legge coranica. Rovesciati dal successivo intervento della nato nel 2001, per i loro legami con al-Qaeda e con il terrorismo di matrice islamica, hanno continuato a svolgere la loro attività di guerriglia contro le truppe governative e quelle della coalizione internazionale schierata in Afghanistan, estendendosi anche nelle regioni settentrionali del Pakistan.