Un modello stile super-Canada. Questa la Brexit proposta dall'ex ministro britannico degli Esteri, Boris Johnson, che esce allo scoperto e lancia un duro attacco nei confronti di Theresa May alla vigilia del congresso del partito lavoratore.
Affondo
Nel presentare il suo piano, Johnson ha definito quella della premier “una performance quasi da invertebrata“. In un lungo editoriale sul quotidiano più conservatore del Regno Unito, il Telegraph, liquida il piano di May, il cosiddetto Chequers Plan, come “un'umiliazione morale e intellettuale” che ingannerebbe il Paese “se attuato“. “E' stato un fallimento collettivo del governo, un collasso di volontà da parte dell'establishment di realizzare il mandato del popolo”. Nel complesso, aggiunge, “le proposte di Chequers rappresentano l'errore intellettuale di credere che possiamo essere metà dentro e metà fuori; che è in qualche modo più sicuro e più facile per gran parte del nostro Paese rimanere governati dall'Ue anche se non ci troviamo più nell'Ue. E' un disastro democratico: non c'è nulla di sicuro o pragmatico nell'essere vincolati da regole sulle quali non abbiamo voce in capitolo, interpretate da una corte federalista”. E le proposte di Chequers sono la peggiore soluzione, “è quasi incredibile che dopo due anni questa sia l'offerta iniziale del governo britannico”.
Alternativa
Johnson definisce una visione alternativa che, secondo lui, renderebbe la Gran Bretagna “ricca, forte e libera“: un accordo di libero scambio in stile canadese; quanto al nodo del confine con l'Irlanda, non ci sarebbe alcun bisogno di un “hard border'”perché ci potrebbero essere controlli lontani dalle frontiere. Johnson invita infine a guardarsi bene dal consegnare 40 miliardi di sterline a Bruxelles senza prima essere arrivati ad un accordo di questo tipo.