Per l’Isis la Libia sarebbe un pretesto per creare “il caos nel sud Europa”. A rivelarlo è il quotidiano britannico Daily Telegraph, citando documenti segreti dei jihadisti. E’ così che scatta l’allarme per possibili infiltrazioni di appartenenti allo Stato Islamico nelle rotte dell’immigrazione clandestina nel Mediterraneo per “attaccare le compagnie marittime e le navi dei Crociati”. Intanto l’Egitto ha proseguito la sua offensiva iniziando un raid terrestre a Derna, la città dichiaratasi Califfato nell’est del Paese e dove commando avrebbe catturato 55 elementi del Daesh.
Il premier libico Abdallah Al Thani, durante un’intervista alla radio tunisina Express Fm, ha annunciato che membri dell’Isis e di Boko Haram stanno raggiungendo i gruppi terroristici in Libia per dirigersi lungo il confine della Tunisia dove l’esercito, come ha detto il il colonnello Belhassen Oueslati, ha dispiegato le sue forze per difendersi da “eventuali minacce contro l’integrità territoriale del Paese” ed “impedire ogni tentativo di infiltrazione da parte di terroristi”.
Intanto Europa e Stati Uniti si aprono ad una soluzione politica per la crisi libica mentre il presidente egiziani al-Sisi ha ribadito che non c’è scelta se non quella di creare una coalizione globale sconfiggere ogni forma di violenza da parte degli estremisti islamici. La questione verrà ufficialmente affrontata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu a New York, su richiesta di Sameh Shoukry, il ministro degli Esteri del Cairo che vorrebbe il “pieno sostegno” e l’autorizzazione all’uso della forza contro l’Isis.
I Paesi arabi sembrerebbero favorevoli ad un’intervento a fianco dell’Egitto ma hanno sottolineato qualunque movimento militare nel Paese necessita dia conferma da parte del governo libico, che la momento non è possibile avere in quanto in Libia convivono due parlamenti di cui uno, quello di Tripoli, legato agli islamisti e l’altro riconosciuto dalla comunità internazionale.