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ISTANBUL, SI TEMONO SCONTRI IL PRIMO MAGGIO: CHIUSA PIAZZA TAKSIM

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Anche quest’anno la Turchia si trova a fare i conti con il divieto alla manifestazione convocata dai sindacati per il Primo maggio a Taksim, la celebre piazza simbolo nel cuore di Istanbul, attorno alla quale nacquero anni fa le rivolte di Gezi Park. I disordini si verificano da tre anni a margine del corteo per la festa del lavoro. Tutto è legato al rifiuto del governo di concedere la piazza ai manifestanti per poter commemorare le 36 vittime del 1977, morte in seguito a una sparatoria della polizia in piazza. Le autorità islamiche turche hanno avvertito che gli agenti, se necessario, useranno la forza per impedire qualsiasi concentrazione in piazza. Da un mese, in base a una nuova legge votata dal parlamento, la polizia turca dispone di poteri senza precedenti, fra cui quello di fare uso di armi da fuoco per reprimere le manifestazioni. Il clima nel Paese è reso ancora più teso in vista delle elezioni politiche del 7 giugno.

Lo scorso anno nella stessa ricorrenza, nonostante la città fosse blindata già dalle prime ore dell’alba, si sono verificati numerosi scontri. Una cinquantina di persone, fra cui oltre trenta poliziotti. Secondo il governatore di Istanbul, furono i 108 manifestanti arrestati, in maggioranza giovani. Altri, circa 20 dimostranti, sono rimasti leggermente feriti negli incidenti. La situazione è poi degenerata e mentre migliaia di sindacalisti e di lavoratori sfilavano per la festa verso il centro, gruppi di manifestanti si sono scontrati con la polizia, lanciando pietre, bottiglie molotov e bulloni. Gli scontri sono durati diverse ore.

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