Cento anni fa oltre un milione di armeni furono massacrati dall’esercito ottomano durante la prima guerra mondiale. A commemorazione di questo “grande crimine”, iniziato il 24 aprile 1915, migliaia di armeni residenti in Turchia, si sono dati appuntamento in questi giorni nel cuore turistico di Istanbul, davanti alle vecchie prigioni della città che oggi ospitano il museo islamico. Presenti anche centinaia di membri della diaspora armena provenienti soprattuto da paesi europei, in particolare la Francia, ma anche dal continente americano, per affiancare gli armeni della città e le organizzazioni non governative che stanno dando vita all’evento, insieme a rappresentanti di alcune comunità minoritarie in Turchia.
Gli armeni non sono però stati gli unici ad organizzare manifestazioni e sfilare per le vie della città. Alcuni gruppi nazionalisti turchi hanno infatti organizzato due contromanifestazioni, una delle quali ha visto la partecipazione di Dogu Perincek, l’avvocato condannato in Svizzera per aver negato il genocidio armeno e che nel 2013 viene scagionato dalla Corte Europea per i Diritti Umani perchè le motivazioni avanzate dalla magistratura svizzera per giustificare la condanna non erano tutte pertinenti. Secondo la Corte infatti, le istanze svizzere non avevano dimostrato che la condanna del nazionalista turco rispondeva ad una “necessità sociale impellente” in una società democratica, né che fosse necessaria per proteggere l’onore e i sentimenti dei discendenti delle vittime che avevano subito delle atrocità dal 1915 in poi.
Celebrazioni e ricorrenze per il centenario del genocidio armeno si sono tenute anche in diverse parti del mondo. Ad Erevan, la capitale dell’Armenia, proprio ieri si sono svolte le cerimonie di commemorazione a cui hanno partecipato numerosi presidenti e diplomatici internazionali, fra cui il presidente russo Vladimir Putin e quello francese François Hollande. Presenti anche deputati e ministri di Paesi come Stati Uniti, Israele e Germania. In Libano, uno dei centri in cui è presente una nutrita comunità armena, decine di migliaia di persone hanno aderito ad una marcia promossa nella capitale, Beirut. A Gerusalemme un sacerdote armeno ha celebrato una messa di due ore nella Città Vecchia. Alcuni poster e immagini all’esterno della chiesa si rivolgevano alla Turchia, perché riconosca come “genocidio” le uccisioni di massa. A Teheran centinaia di armeni iraniani hanno raccolto l’appello lanciato da una chiesa armena e hanno manifestato in modo pacifico davanti ai cancelli dell’ambasciata turca.