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Istanbul, Imamoglu fa il bis

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Altro giro, altra corsa in Turchia. A Istanbul per la precisione, dove si è tornati alle urne per decretare se Ekrem Imamoglu, uomo di punta dell'opposizione, sarebbe riuscito a bissare il successo ottenuto alle elezioni del 31 marzo scorso, quando aveva centrato l'impresa di battere il candidato di Erdogan Binali Yildirim, nonostante la non grandissima popolarità prima dell'appuntamento elettorale. E, come lui stesso aveva pronosticato, Imamoglu sfonda di nuovo: 54% dei voti e timone di Istanbul saldamente nelle mani, stavolta senza ombre né dubbi. Non come tre mesi fa quando, senza nemmeno il tempo di esultare, il presidente in persona (perlomeno in via ufficiosa) avrebbe iniziato a sospettare che il voto per qualche motivo (si era parlato di problemi in fase di spoglio) non fosse regolare, ragion per cui avrebbe esercitato pressioni sulla commissione elettorale affinché si annullase tutto e si tornasse alle urne. Cosa che è avvenuta, con i candidati, sempre loro, a darsi battaglia scheda dopo scheda, in un clima ben diverso rispetto a tre mesi fa anche se, sondaggi alla mano, Imamoglu restava favorito. E il nuovo sindaco si gode il trionfo: “Non è la mia vittoria, è la vittoria della democrazia, siete stati protagonisti di una delle pagine più belle della storia di questo Paese”. E ancora: “Sarò il sindaco di 16 milioni di persone, nessuno sarà escluso, è finito il tempo di pregiudizi, divisioni, conflitti, voglio una città in cui tutti, nelle loro diversità, si abbraccino”. Dichiarazioni entusiaste, concluse con una mano tesa verso Erdogan: “Chiedo di lavorare insieme a noi. Questo è il nostro desiderio. C'è tanto da fare e siamo stanchi delle faide politiche”.

Il candidato di Beylikduzu

Dalla parte di Imamoglu rema la stima popolare, specie nel quartiere di Beylikduzu, dove ha governato da sindaco per cinque anni. In fase di campagna elettorale, il candidato d'opposizione ha confermato tutta la sua caratura carismatica, andando a prendersi anche palcoscenici urbani che, solitamente, sono feudo dell'Akp. Una personalità che ha ampiamente dimostrato anche andando a prendersi alcune pagine di giornale, concedendo interviste (anche al Washington post) nelle quali ha dato l'impressione di credere fermamente in una seconda vittoria. Una fiducia che, naturalmente, si fonda anche su altre basi: Imamoglui, infatti, può contare sull'appoggio dell'attivismo turco e di una buona fetta dell'elettorato popolare di Istanbul, dal quale viene tenuto in altissima considerazione anche e soprattutto per i suoi trascorsi a Beylikduzu. Caso curioso, Imamoglu è nativo di Trebisonda, città della Turchia orientale affacciata sul Mar Nero, molto vicino alla provincia di Rize, luogo di origine della famiglia di Erdogan.

Gli scenari

Va da sé che Istanbul, ancor più che Ankara, rappresenta il cuore nevralgico della Turchia e, verosimilmente, la conquista della poltrona di sindaco spalanca le porte dell'establishment politico al vincitore. La sfida era omunque aperta, stando ai sondaggi ma anche ai numeri del precedente confronto, concluso di un soffio (14 mila voti) a favore di Imamoglu, uscito vincitore contro un candidato come Yildirim che, fra le altre cariche, ha ricoperto quella di primo ministro e che aveva dalla sua un'ampia notorietà come politico in Turchia, caratteristica che farà leva in particolar modo sul lato meno popolare degli elettori. A ogni modo, mettersi alla guida di Istanbul non significherà solo dirigere una mastodontica macchina operativa e operosa, ma anche farsi garante di una gestione tutt'altro che facile di un catino fatto da grandi e piccole realtà non facilmente conciliabili.

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