Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele si “opporrà fermamente” al progetto di risoluzione presentato da Hamas al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il progetto di documento sul tavolo dei Quindici, presentato pochi giorni fa e ancora in attesa di essere votato, ha un doppio obiettivo: il riconoscimento come Stato della Palestina e la pace con Israele. In particolare, nella bozza i palestinesi sostengono l’importanza di giungere a una pace duratura nell’arco di 12 mesi e spingono per il ritiro di Israele che ponga termine all’occupazione, iniziata nel 1967, entro la fine del 2017.
Netanyahu – intervistato durante la festività chiamata Hanukka per la dedicazione del tempio di Gerusalemme – ha inviato un messaggio chiaro a “coloro che guidano l’assalto diplomatico contro Tel Aviv e che il paese attende che la comunità internazionale respinga questa proposta”. Il premier israeliano ha spiegato che “l’attacco diplomatico guidato dall’Autorità nazionale palestinese è progettato per negare il diritto alla difesa e cerca di intaccare la legittimità della nazione israeliana”. Perché si giunga a un accordo tra le parti su una soluzione che preveda l’esistenza di due Stati distinti – Israele e Palestina – “occorrono almeno quattro, cinque, sei anni”. Queste le cifre presentate nelle scorse ore da Yair Lapid, leader della formazione centrista israeliana Yesh Atid, che si è anche detto contrario a colloqui diretti bilaterali con i palestinesi ma favorevole a un negoziato condotto attraverso un “summit regionale”.