La Knesset, il parlamento israeliano, ha votato per lo scioglimento della legislatura con 93 voti a favore e nessun contrario tra i presenti; le elezioni anticipate si svolgeranno il 17 marzo 2015. È l’ultimo passo formale che segna la fine del terzo governo di Benyamin Netanyahu, durato poco più di un anno e mezzo. Insieme al premier – il cui governo resterà in carica fino al voto – decade la coalizione di destra-centro che ha retto il paese e che si è sbriciolata dopo il licenziamento da parte del primo ministro israeliano dei due leader centristi Yair Lapid e Tzipi Livni, rispettivamente ministri delle Finanze e della Giustizia nel governo Netanyahu.
I ministri Lapid e Livni si erano opposti alla controversa legge “Israele stato-nazione ebraica” e per questo erano stati estromessi dalla compagine governativa. L’opposizione al partito di Netanyahu, il Likud Israel Beytenu di destra, aveva giudicato il licenziamento dei ministri una mossa strategica da parte del primo ministro per poter indire delle elezioni anticipate che gli assicurerebbero una probabile maggioranza parlamentare. Il primo passaggio per l’attuale premier sarà quello di vincere le primarie del Likud, previste il prossimo 6 gennaio, anche se Netanyahu non dovrebbe trovare ostacoli essendo il favorito. Nel dubbio, il primo ministro ha già promesso ai futuri elettori che, una volta in carica, si adopererà per abolire l’iva al 18% sui prodotti alimentari di base, suscitando così le ire degli ex ministri Lapid e Livni che hanno ricordato come proprio il primo ministro abbia in passato respinto una loro iniziativa in questo campo. Ma si sa, in campagna elettorale tutto è lecito.