Sarah Netanyahu, moglie del premier israeliano, sarà rinviata a giudizio per appropriazione indebita, per le presunte spese folli presso al residenza del primo ministro. Lo ha annunciato il ministero della Giustizia dello Stato ebraico.
L’atto d’imputazione che il ministro Avichai Mandelbilt ha messo a punto fa riferimento al salario della badante del defunto padre di Sara Netanyahu, che sarebbe stato pagato con denaro pubblico. Sempre con soldi pubblici sarebbe stato pagato anche l’elettricista Eli Fahima, che avrebbe svolto lavori privati nella residenza dei Netanyahu. Inoltre i conti per i pasti della residenza dei Netanyahu, pagati con denaro pubblico, sarebbero stati gonfiati, così come le liste degli ospiti di vari eventi presso al residenza del premier, scrivono i media israeliani. In totale la moglie del premier avrebbe speso circa 400mila shekel (oltre 90mila) euro”.
Sara e il marito hanno accusato l’ex governante della residenza ufficiale Meni Naftali, che oggi guida la proteste contro il premier, di aver gonfiato le spese. L’indagine va avanti da oltre due anni dopo che il revisore dei conti dello Stato Joseph Shapira ha emesso un avvertimento per le spese eccessive della residenza ufficiale dei Netanyahu. Benjamin Netanyahu ha preso le difese del moglie sulla sua pagina Facebook oggi, scrivendo che si tratta di accuse “assurde, che verranno dimostrate infondate“. “Sara Netanyahu è una donna coraggiosa e onesta, che non ha mai fatto nulla di male” ha scritto. Il premier israeliano ha poi pubblicato un report delle spese finite nel mirino della magistratura. “Chi ha mangiato o comprato questa enorme quantità di cibo, sufficiente per un’intera squadra di football? – si chiede – Di certo non la famiglia Netanyahu. Controllate voi stessi: i dati parlano da soli”.