E’ stato rilasciato il soldato israeliano condannato a 11 giorni di prigionia per aver mangiato un panino con il salame di maiale, uno degli alimenti non kosher proibiti nelle basi militari di Tel Aviv. Il fatto, ha destato tante polemiche da costringere l’esercito a fare retromarcia sulla decisione annullando la detenzione. Niente carcere quindi ma una punizione non poteva essere evitata e il ragazzo non potrà beneficiare di licenze per una decina di giorni. Il giovane era giunto in Israele dagli Stati Uniti per prestare servizio nell’esercito come volontario.
Il caso, divenuto un vero scandalo per l’opinione pubblica, ha spinto Yoel Razbozov, deputato del partito laico centrista Yesh Atid, a scrivere una lettera al ministero della Difesa per convincere i vertici militari a cambiare idea. In un post pubblicato sul profilo Facebook di Motti Almoz, portavoce dell’esercito, si legge che le regole del kosher non verranno modificate, ma non “non si ficcherà più il naso” tra i panini dei soldati.
Se i media israeliani non hanno reso noto il nome del giovane, è stato il Los Angeles Times a pensarci riportando la storia raccontata dalla madre di Ohad, secondo il cui figlio dopo essere stato a trovare la nonna, era rientrato nella base portando alcune specialità da mangiare, tra cui il salame non-kosher. “Ci ho messo qualche minuto per capire che si trattava di mio figlio” ha commentato la donna, definendo il fatto “surreale”. Razbozov, in Parlamento, ha accolto con soddisfazione la marcia indietro dell’esercito ma lo ha esortato a dimostrare maggiore sensibilita’ verso soldati con un “bagaglio culturale diverso”.