Nonostante gli accordi del 2013, il regime siriano di Bashar al Assad avrebbe ancora tonnellate di armi chimiche, per la precisione “tra una e tre“. Lo ha detto un alto ufficiale dell’esercito israeliano che ha fatto il punto sui recenti sviluppi della situazione in Siria.
L’accusa
“Difficile credere – ha detto spiegando che gli Usa avvisarono Tel Aviv due ore prima del loro raid sulla base militare siriana – che Assad non sapesse dell’attacco chimico. L’uso di queste armi mostra le difficoltà nella parte di Assad”. E da Parigi il ministro degli esteri Jean-Marc Ayrault ha annunciato che la Francia “ha gli elementi” che permetteranno “di dimostrare che il regime siriano ha utilizzato scientemente l’arma chimica”. “E’ questione di giorni, porteremo la prova”, ha aggiunto il ministro, specificando che “i servizi di intelligence francese e militare” stanno conducendo un’inchiesta.
Il gas
Intanto, il direttore generale dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), Ahmet Uzumcu, ha affermato da Beirut che i test effettuati nei laboratori hanno dimostrato in modo “indiscutibile” che tre vittime e sette sopravvissuti all’attacco chimico in Siria, nell’area di Khan Sheikhun lo scorso 4 aprile, “sono stati esposti al gas sarin o a simili tossine“. “L’uso del sarin – ha chiosato l’alto ufficiale israeliano – indica che Assad è profondamente frustrato e anche se ha adoperato armi chimiche in passato, l’uso dei giorni scorsi ha creato un cambiamento”.
Il futuro della Siria
Per quanto riguarda l’attacco Usa, il militare israeliano ha sottolineato che non è stato un punto di svolta strategico nella guerra in corso, quanto piuttosto “un sviluppo di combattimento“. L’ufficiale ha poi detto di non essere a conoscenza se la Russia sapesse dell’uso delle armi chimiche o ne abbia approvato l’adozione. Quello che è certo – ha aggiunto, citato dai media – è che se due anni fa poteva esserci sulla Siria un’egemonia da parte dell’Iran, ora è la Russia ad averla. Ma questo, e il conseguente rafforzamento di Assad sulla parte occidentale del Paese non porta, a giudizio dell’ufficiale, alla conclusione che il regime di Damasco “abbia la capacità di far finire i combattimenti”. “Ho molte difficoltà – ha spiegato – a immaginare un ritorno dello Stato siriano. Non vedo possibilità per Assad di riprendere il controllo della Siria anche con tutti gli aerei russi e gli 8 mila uomini di Hezbollah“.