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ISRAELE, NETANYAHU ALLE STRETTE: “OK AI NEGOZIATI CON I PALESTINESI”

Dopo l’incontro della scorsa settimana con il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, il premier israeliano si ĆØ dettoĀ intenzionato a riavviare i negoziati con i palestinesiĀ con l’obiettivo di raggiungere un’intesa sui confini del blocco degli insediamenti in Cisgiordania che Israele vuole mantenere in qualunque accordo di pace. Lo riferisce il quotidiano israeliano Haaretz, nel quale si sottolinea che per la prima volta da quando ha assunto l’incarico di primo ministro, Netanyahu ha espresso la volontĆ  di discutere delle colonie e delle rispettive suddivisioni con i palestinesi.

La notizia risulta una vera novitĆ  se si considera che nei colloqui di pace intercorsi tra il 2009 e il 2011, alla proposta di Washington di definire i territori, Netanyahu si era fortemente opposto, cosƬ come accadde anche nei successivi negoziati tra il 2013 e il 2014. Secondo un alto funzionario israeliano, nell’incontro con la Mogherini il leader del Likud avrebbe voluto dimostrare la propria disponibilitĆ  di fronte alla sfiducia nutrita nei suoi confronti da parte di Bruxelles ma soprattutto, in seguito alla minaccia di sanzioni europee contro i prodotti realizzati nelle colonie e la presenza di un progetto di risoluzione Onu per risolvere il conflitto israelo-palestinese.

Il capo della diplomazia Ue ha comunque ribadito la necessitĆ  di “vedere iniziative” sul campo, a conferma di quanto dichiarato da NetanyahuĀ sull’impegno verso la soluzione dei “due Stati per due popoli”. “E’ chiaro che queste zone rimarranno sotto controllo israeliano in un ogni eventuale accordo, come ĆØ altrettanto chiaro che ci sono aree che rimarranno sotto controllo palestinese in ogni eventuale accordo – avrebbe detto il primo ministro di Tel Aviv – quindi, possiamo procedere verso un’intesa per definire in quali zone continuare a costruire, dal momento che rimarranno sotto gli israeliani”. La Mogherini avrebbe definito tale incontro positivo, sebbene la fiducia nei confronti del governo israeliano non siano ancora totali, soprattutto dopo la formazione dell’esecutivo con un orientamento radicale verso destra.

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