Per la prima volta l'esercito israeliano ha ammesso di aver colpito e distrutto un reattore nucleare siriano nel 2007. “Tra il 5 e il 6 settembre 2007 la nostra aviazione ha colpito e distrutto un reattore nucleare in fase avanzata di costruzione a Deir ez-Zor, 450 chilometri a nord di Damasco” si legge in un comunicato.
Il piano
Il Mossad aveva avuto conferma dell'esistenza del reattore siriano nel marzo 2007: il sospetto era stato sollevato da alcune foto satellitari ma inizialmente non era chiaro cosa fosse quell'edificio, quindi vennero mandati degli agenti per ottenere informazioni aggiuntive. “Avevamo le informazioni d'intelligence ma a quel punto arrivarono i dilemmi”, militari e diplomatici, ha rivelato l'allora ministro della Diefsa, Amir Peretz. In un incontro ad aprile 2007, si decise di preparare tutte le opzioni per distruggere la struttura, mentre nei mesi successivi l'allora premier Ehud Olmert si imbarcava in una campagna di pressione diplomatica sul presidente americano George Bush per attaccare il reattore.
Minaccia
Ma questa strategia non funzionò e di fronte al rifiuto di Washington di agire, nel luglio 2007 Olmert riunì il gabinetto di sicurezza e si decise che il reattore andava distrutto. “Era una minaccia con la quale non potevamo convivere: una Siria con armi nucleari avrebbe posto una minaccia esistenziale allo Stato d'Israele”, riferì all'epoca un partecipante alla riunione al Jerusalem Post.
L'attacco
A complicare la situazione fu la sconfitta di Peretz all'interno del partito laburista che portò alla sua sostituzione alla guida della Difesa con Ehud Barak che rinviava l'attacco. Alla fine, il gabinetto votò per l'offensiva: secondo alcuni media, tutti i ministri si pronunciarono a favore, con la sola astensione del ministero della Pubblica sicurezza Avi Dichter. L'allora capo di Stato maggiore Gabi Ashkenazi raccomandò' a Olmert e Barak di condurre l'attacco quella notte stessa e poco prima di mezzanotte del 5 settembre 2007 quattro caccia F-15 e quattro F-16 colpirono la struttura di al-Kibar, entrando nello spazio aereo siriano attraverso la Turchia. Con la parola in codice “Arizona” i piloti confermano lo sganciamento di 17 tonnellate di bombe sul reattore e la sua distruzione.