Israele starebbe pensando di costruire un muro di protezione di decine di metri lungo tutto il confine con la Striscia di Gaza, sia sopra che sotto terra. Lo rivela il quotidiano Yediot Ahronot secondo cui il costo dell’opera si aggira attorno ai 2,2 miliardi di shekel (oltre 600 milioni di euro).
La barriera – ha scritto sul giornale Nahum Barnea – si estenderà lungo le 60 miglia (circa 96 chilometri) della frontiera con Gaza nel sud di Israele e intende proteggere il paese dalle infiltrazioni e dai tunnel costruiti da Hamas per penetrare nel territorio dello stato ebraico. Proprio ieri una fonte del ministero della difesa israeliano – forse lo stesso ministro Avigdor Lieberman – ha detto che un nuovo conflitto con Gaza è “inevitabile”, anche se questo “sarà l’ultimo” per il regime di Hamas.
Tra Israele e Cisgiordania esiste già un muro. Si tratta della “barriera di protezione”, un sistema di fortificazioni costruite a partire dalla primavera del 2002 con l’obiettivo di impedire l’intrusione di terroristi palestinesi nel territorio nazionale.Il muro, il cui tracciato di circa 700 km è controverso ed è stato ridisegnato più volte particolarmente a causa di pressioni internazionali, consiste per tutta la sua lunghezza in una alternanza di muro e reticolato, con porte elettroniche.
Questa barriera è chiamata muro salva-vita da un lato, muro della vergogna o muro dell’annessione dall’altro. Alcuni parlano anche di muro dell’Apartheid. I palestinesi si riferiscono spesso a questa barriera usando l’espressione araba jidār al-faṣl al-ʿunṣūrī, che può significare tanto muro di separazione razziale, quanto muro di separazione razzista.