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Israele attacca la Siria per colpire l'Iran

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Siria nel mirino di Israele. L'aviazione dello Stato ebraico ha colpito diversi obiettivi della forza 'Quds' iraniana fra cui “magazzini di munizioni ed installazioni vicine all'aeroporto di Damasco, un sito dell'intelligence ed un campo di addestramento delle forze armate iraniane”. Durante l'attacco verso i jet israeliani sono stati lanciati decine di razzi terra-aria siriani e di conseguenza sono state colpite anche batterie della difesa aerea della Siria. Secondo la radio militare, tutti gli aerei israeliani sono rientrati indenni alle loro basi. Il bilancio è di 11 vittime. Per ragioni prudenziali, il sito sciistico israeliano del Monte Hermon – dove ieri al momento del lancio del razzo iraniano si trovavano circa 5mila escursionisti – resterà oggi chiuso. Nel suo comunicato il portavoce militare afferma che “sparando ieri verso Israele l'Iran ha dato la prova definitiva delle sue reali intenzioni in Siria” ed ha aggiunto che da parte sua il regime siriano resta responsabile per tutto quanto avviene nel suo territorio.

Israele: “Iran sfrutta la Siria, ne sta pagando il prezzo”

Jonathan Conricus, portavoce dell'esercito israeliano, ha detto che Israele “ha informato le forze armate siriane che non erano obiettivo dell'attacco in corso, che invece era diretto soltanto nei confronti di basi iraniane”. “Ciò nonostante – ha aggiunto – loro hanno lanciato decine di missili e di conseguenza abbiamo attaccato anche basi dell'antiaerea siriana”. “Il regime siriano è – ha concluso Conricus – responsabile di quanto avviene nel suo territorio e si espone a rischi consentendo le attività militari iraniane. L'Iran sfrutta la Siria e questa ieri ne ha pagato il prezzo”. Secondo l'Ondus (Osservatorio Siriano per i diritti umani), si è trattato del raid più vasto e potente degli ultimi anni compiuto da Israele in Siria. Fonti russe avevano detto in precedenza che circa 30 missili israeliani sono stati intercettati e distrutti dal sistema difensivo siriano di fabbricazione russa. Israele – riferisce ancora l'Ondus – ha colpito e distrutto diversi depositi di armi e installazioni militari iraniane e di Hezbollah nella zona dell'aeroporto internazionale di Damasco, a sud-est della capitale siriana. Non è possibile verificare in maniera indipendente le informazioni sul terreno. 

Scontri anche nel sud-est

C'è anche un altro fronte ad essersi aperto in Siria ed è quello nel sud-est del Paese, al confine con l'Iraq. Qui le forze curdo-siriane hanno conquistato una località a lungo in mano all'Isis. Lo riferiscono fonti sul terreno e media curdo-siriani, secondo cui la cittadina di Safafinah è ora in mano delle Forze democratiche siriane, piattaforma sostenuta dalla Coalizione anti-Isis a guida Usa. Da mesi prosegue l'offensiva delle forze curdo-siriane contro l'ultima sacca di territorio in mano ai jihadisti in Siria.

La minaccia iraniana

Dopo le dichiarazioni israeliane, non è mancata la risposta da parte di Teheran. Il comandante dell'aeronautica iraniana, il generale Aziz Nasirzadeh, l'Iran è “impaziente di combattere il regime sionista”, cioè Israele, ed “eliminarlo dalla Terra”. Lo ha affermato oggi il comandante dell'aeronautica di Teheran, generale Aziz Nasirzadeh, dopo gli attacchi aerei di Israele in Siria diretti contro installazioni militari iraniane. Lo riferisce la televisione di Stato. Le giovani generazioni iraniane si stanno addestrando per “il giorno promesso”, ha aggiunto il generale, riferendosi evidentemente ad un presunto scontro aperto con Israele. “Assicuriamo il popolo iraniano – ha aggiunto Nasirzadeh – che siamo pronti a rispondere ad ogni minaccia e che i nemici non oseranno invadere il territorio dell'Iran”.

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