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ISIS, TRENTA TONNELLATE DI ESPLOSIVO PER DISTRUGGERE IL TEMPIO DI BEL

Era stata ampiamente annunciato, ma fa sempre effetto registrare la furia distruttiva dell’Isis. Gran parte del tempio di Bel a Palmira, considerato il più importante e meglio conservato del sito archeologico, è stata rasa al suolo.  La notizia è stata confermata dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus). Secondo le prime informazioni raccolte da fonti locali, l’Isis avrebbe minato il tempio con oltre 30 tonnellate di esplosivo. Le prime immagini diffuse sui social network dagli attivisti – riprese a distanza – mostrano una immensa colonna di fumo e polvere innalzarsi dalla città antica.

Secondo un testimone, solo il muro del tempio è rimasto in piedi: “I mattoni e le colonne sono sparpagliate a terra”, “è una distruzione totale”, riferisce Nasser al Thaer, che risiede nell’area di Palmira. Una “violenta esplosione si è verificata nel pomeriggio di oggi, anche un sordo l’avrebbe potuta sentire”, ha aggiunto.
Il tempio era dedicato a Bel (il ‘signore’), l’equivalente greco di Zeus, il Giove dei romani, venne consacrato tra il 32 e il 38 d.C. La sua distruzione è solo l’ultimo e più clamoroso gesto dei jihadisti: il 23 agosto, i seguaci di Abu Bakr al Baghdadi avevano distrutto un altro tempio di Palmira, quello di Baal Shamin. Le foto satellitari, diffuse nei giorni scorsi, hanno confermato: il tempio è stato interamente raso al suolo.  Due giorni dopo la sua devastazione, immagini postate sui social media da sostenitori del Califfato hanno mostrato miliziani jihadisti sistemare cariche esplosive lungo il perimetro del tempio, risalente a 2.000 anni fa.

“Tali atti costituiscono un crimine di guerra, e i responsabili dovranno rispondere delle loro azioni”, aveva dichiarato in quei giorni il direttore generale dell’Unesco, Irina Bokova, parlando di “una perdita considerevole per il popolo siriano e l’umanità” a causa del vandalismo estremista.

L’Isis ha preso il controllo dell’antica Palmira il 21 maggio scorso strappandola ai governativi siriani di Bashar al Assad. Da allora la ‘sposa del deserto’, come è anche conosciuta Palmira, è stata teatro di numerose distruzioni di mausolei e altri reperti, ma anche di esecuzioni di massa e altri orrori.
Compresa la barbara uccisione di Khaled al Asaad, 82 anni, uno dei massimi esperti siriani di antichità ed ex direttore del sito, decapitato in pubblico in una piazza di Palmira.

 

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