I miliziani sunniti dell’Isis asserragliati a Sirte, importante porto libico situato al centro del Golfo della Sirte, hanno tentato di sfondare l’assedio dell’esercito governativo con nove attentati suicida. Il bilancio è di 9 morti e 97 feriti tra le forze dell’operazione “Bunian al Marsus”. Lo riferisce un portavoce delle forze governative libiche e il centro media dell’ospedale di Misurata. Cinque degli attentatori hanno utilizzato autobombe, uno si è fatto esplodere a bordo di una moto, gli altri tre hanno condotto l’attacco a piedi.
Solo 24 ore fa il generale Muhamed al Ghasri aveva annunciato come le forze tripolitane avevano preso il controllo della nuova sede amministrativa di Sirte, che si trova nell’area compresa tra il quartiere numero 1 e quello numero 2, nella zona nord della città costiera, in seguito a diversi giorni di scontri con i combattenti jihadisti.
Dopo la conquista di ieri del distretto 2 per l’avanzata delle forze vicine al governo di unita nazionale libico di Fayez al Serraj, nella roccaforte ibica dell’isis sono rimasti ancora “150-200 jihadisti asserragliati in due distretti di Sirte, l’1 e il 3”. Lo afferma il colonnello Ismail Shukri, capo dell’intelligence di Misurata, alla Cnn. “Non possono fuggire e sono pronti a combattere fino all’ultima pallottola”, afferma il militare: “Hanno avuto l’occasione di lasciare la città, ma ora sono circondati”.