I raid aerei da soli non fermeranno lo Stato islamico se non saranno accompagnati da un’operazione di terra: a dirlo è il Presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in occasione del forum turco-britannico Tatli Dil, un incontro annuale che si tiene dal 2011 per rafforzare il dialogo tra i due Paesi. “Lo Stato islamico – ha spiegato il presidente – ha il controllo del 40% dell’Iraq attualmente. Abbiamo una situazione simile in Siria. I raid non sono sufficienti per fermare questa occupazione”.
Erdogan ha ribadito che per la Turchia rimane di rilevanza strategica la creazione di una no-fly zone in Iraq e in Siria: non è la prima volta che il Presidente turco invoca l’aiuto di truppe di terra per combattere i militanti dell’auto proclamato Stato islamico, alle porte del suo Paese da mesi. Già a settembre, Erdogan aveva detto: “Le forze armate turche, le seconde come numero nella Nato, potrebbero essere impiegate per contrastare e strappare al controllo dei jihadisti alcune aree della Siria e mettere al sicuro la popolazione in fuga dai miliziani dell’Isis”.
Il terrorismo, ha spiegato il Presidente turco ribadendo la sua richiesta, “non sarà fermato dai raid aerei e fintanto che noi non collaboreremo in vista di un’operazione di terra d’intesa con coloro che già combattono sul terreno”. “Sono passati mesi – ha aggiunto Erdogan sollecitando la comunità internazionale a cambiare strategia – senza che alcun risultato sia stato ottenuto. Kobane poteva già essere nelle mani dei paesi democratici”.
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