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Isis circondato a Mosul: esercito pronto ad annunciare la vittoria

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Isis a un passo dalla capitolazione a Mosul. I jihadisti, secondo quanto riportato da Al Jazeera online, sono completamente circondati e le forze armate di Baghdad stanno continuando a guadagnare terreno nella loro battaglia finale per riconquistare la città. I militari hanno reso noto che ieri le unità della polizia federale hanno ripreso in mano l’ultimo ponte sul fiume Tigri, tagliando in questo modo ogni via di fuga ai combattenti dell’Isis. “Daesh (Isis, ndr) adesso controlla solo una piccola area residenziale. Le forze irachene stanno avanzando nella Città vecchia – ha detto Yahia Rasoul, portavoce dell’esercito iracheno alla tv -. La vittoria nella parte occidentale (della città) sarà annunciata a breve“. Giovedì le forze lealiste irachene avevano riconquistato le rovine della moschea Al Nuri da dove nel 2014 Abu Bakr al Baghdadi proclamò la rinascita del Califfato.

Oltre 900.000 residenti, secondo un bilancio del ministero per le Migrazioni e gli Sfollati, sono fuggiti da Mosul da quando, nell’ottobre del 2016, è cominciata l’offensiva dell’esercito iracheno, appoggiato da milizie curde e a prevalenza sciite. Un’operazione che nelle ottimistiche previsioni iniziali doveva concludersi entro la fine dello scorso anno.

Intanto cresce il timore di rappresaglie contro sunniti sospettati di essere fiancheggiatori o semplicemente simpatizzanti del sedicente Stato islamico. Vendette dietro le quali si nascondono anche antichi rancori interetnici, interconfessionali e tribali. L’Onu ha espresso “estrema preoccupazione” per le minacce già ricevute da “centinaia di famiglie” di presunti membri dell’Isis o loro parenti. Il portavoce dell’Alto commissariato per i diritti umani, Rupert Colville, ha parlato di “segnalazioni di cosiddette lettere notturne lasciate presso le abitazioni o distribuite nei quartieri” che intimano alle persone di lasciare le abitazioni a una data particolare, pena l’espulsione forzata. L’Onu ha quindi esortato il governo iracheno a prendere provvedimenti per fermare questi sgomberi imminenti o qualsiasi tipo di punizione collettiva, che renderebbe ancora più difficile il già arduo percorso della riconciliazione nazionale.

Edith Driscoll: