Sono almeno 9 i soldati dell'esercito nazionale libico (Ln), guidato dal generale Khalifa Haftar, rimasti uccisi durante l'attacco condotto intorno all'una di notte da militanti dell'Isis ad una base di addestramento nel deserto sud-occidentale della Libia, a tre chilometri a nord della città. La base è sede del battaglione di fanteria 166 dell'Ln. Lo riferiscono le autorità del Paese nord africano. Secondo quanto si apprende, gli estremisti si sarebbero scontrati con i militari nei pressi della base aerea conquistata dall'esercito libico nei mesi scorsi. L'Isis ha poi rivendicato l'attacco attraverso l'agenzia di propaganda “Amaq“, annunciando che i “soldati del califfato” hanno compiuto un attacco contro “gli infedeli e gli apostati” e che – sempre secondo l'Isis – nell'attacco sarebbero morti 16 militari, mentre Osama al Wafi, portavoce del Centro medico di Sabha ha dichiarato ad “Agenzia Nova” di aver accolto i cadaveri di nove uomini. “Uno dei corpi è stato sgozzato, probabilmente con un coltello, mentre un altro cadavere era bruciato”, mentre altri sette militari “sono stati colpiti al petto e alla testa”, ha specificato Al Wafi.
Porta del deserto
Sabha (o Sebha) è un'importante città della Libia centro-meridionale, capoluogo dell'omonimo distretto, già capitale della storica regione del Fezzan. Data la sua posizione al centro del deserto libico, Sabha è stata fino al secolo scorso un importante centro di sosta e smistamento delle carovane che attraversavano il Sahara, mentre dagli anni Novanta fino ad oggi è punto di transito per decine di migliaia di migranti sub-sahariani -prevalentemente nigeriani, nigerini e ghanesi – che attraversano clandestinamente il deserto dal vicino Niger, diretti in Libia per poi entrare in Europa.