Scontri a fuoco tra forze curde impegnate nella lotta all’Isis si sono verificati nella provincia di Sinjar, a ovest di Mosul. I combattimenti, nei quali non sono registrati morti né feriti, hanno visto contrapporsi i Peshmerga iracheni e le milizie del Pkk turco, presente sul territorio vicino alla frontiera con la Siria e alleato dei curdi siriani che combattono il Daesh con il sostegno degli Usa. “I Peshmerga – afferma il ministero del Kurdistan iracheno – stavano facendo una operazione di routine per cambiare le loro posizioni nell’area di Khansour, vicino a Sinjar, quando miliziani del Pkk li hanno bloccati. Ciò ha portato a una escalation della tensione, con la forza del Pkk che ha attaccato i Peshmerga”.
Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, da parte sua, ha ribadito alla stampa che il Pkk rappresenta una minaccia per lo stesso Kurdistan. “E’ nostro dovere distruggere le organizzazioni terroristiche ovunque siano” ha spiegato. Recentemente – riporta l’agenzia Nova – Ankara ha inviato colonne di carri armati a Silopi, vicino al confine con l’Iraq e la Siria, nel tentativo di impedire al Pkk di avere una base nella regione di Sinjar. Dopo l’inizio dell’offensiva delle forze governative per liberare la roccaforte del Califfato infatti, i miliziani del Pkk – che Turchia, Stati Uniti e Unione europea considerano un’organizzazione terroristica – si sono spostati a Sinjar, città in gran parte popolata dagli yazidi e situata 110 chilometri a ovest di Mosul e cento chilometri a sud-ovest dal confine con la Turchia.
Sinjar è stata liberata dall’Isis nel dicembre del 2015, grazie all’intervento dei Peshmerga. Barzani ha più volte manifestato il suo sostegno alla guerra di Ankara contro il Pkk, gruppo armato che ha la sua base nella regione montuosa del Qandil che è parte del territorio sovrano del Kurdistan iracheno. Turchia e Kurdistan hanno, tra le altre cose, un accordo in materia di energia che prevede l’esportazione del petrolio curdo attraverso l’oleodotto Kirkuk-Ceyhan.