Ancora sangue a Mosul dove gli uomini del Califfato hanno giustiziato 19 donne, la più piccola di 14 anni, perché si erano opposte alla pratica della “jihad sessuale”. Il gruppo, rapito da alcuni mesi, era tenuto in ostaggio nella roccaforte dell’Isis per soddisfare i piaceri dei combattenti.
La notizia è stata diffusa da Said Mimusini, un portavoce del Partito democratico curdo iracheno della città. Quella dello Stato Islamico è una vera e propria tratta di schiave sessuali che vengono vendute o regalate ai jihadisti.
Nella maggior parte dei casi vengono rapite giovani donne, spesso anche adolescenti che appartengono alla comunità degli yazidi, un antico gruppo etnico curdo che risiede nel nord del Paese. Minore il numero, ma non per questo meno importante, delle ragazze cristiane sequestrate.
Dalle indagini diffuse dalle Nazioni Unite sulla tratta del sesso dello Stato Islamico, è emerso che le donne “vengono vendute come barili di petrolio” e possono essere acquistate da sei uomini diversi. Lo rivela un inviato dell’Onu, Zainab Bangura che spiega meglio il caso della schiave dell’Isis. Molto spesso capita che dopo essere state sfruttate, i combattenti richiedano alle famiglie delle ragazze migliaia di dollari di riscatti. In altri casi invece, finiscono in una sorta di “asta” che si tiene a Raqqa, in Siria e dove vengono vendute al miglior offerente.