Le truppe irachene hanno lanciato l’offensiva finale per liberare Tikrit, città a nord del Paese che dalla scorsa estate è nelle mani dello Stato Islamico. L’attacco definitivo è portato avanti dalla coalizione guidata dagli Usa che ha condotto i primi raid aerei contro le postazioni jihadiste con l’obiettivo di sostenere l’avanzata dell’esercito di Baghdad sul terreno.
L’operazione era stata interrotta nei giorni precedenti a causa delle numerose bombe che gli uomini del Califfato hanno seminato lungo la strada che porta a Tikrit , ma anche per volontà del comando per evitare altre perdite, sia tra i militari che tra gli abitanti che i terroristi usano come scudi umani. Lo ha spiegato Khalid al Khasarji, resposnabile della Commissione sicurezza del governatorato di Salhuddine di cui Tikrit è il capoluogo.
Ieri in serata il primo ministro Abbadi è arrivato nella zona in cui è in atto l’operazione, annunciando ad un emittente locale che “la fase finale della battaglia per riprendere il controllo di Tikrit è iniziata”. Intanto, in un audizione al Senato Usa, il generale Lloyd Austin, che ha il controllo sulle forze militari dispiegate in Medio Oriente, ha dichiarato che a condurre l’offensiva per liberare Tikrit ci sarebbero 4000 uomini uomini delle forze speciali e della polizia irachena. A margine di questo intervento Austinha puntualizzato che gli Stati Uniti continueranno a sostenere le truppe regolari.
Intanto il Consiglio di Sicurezza Onu ha denunciato le ultime stragi compiute dall’Isis il quale avrebbe venduto 3000 ragazze a 18 dollari l’una nei mercati iracheni. Lo ha riferito la parlamentare Vian Dakhil a fronte di una riunione sulla persecuzione delle minoranze in Medio Oriente:”Veniamo massacrati, uccisi, le nostre donne vengono violentate, le nostre ragazze vendute, i nostri bambini rapiti”.