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Iraq, nuova offensiva per liberare Mosul ovest dall’Isis

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Nuova offensiva da parte delle forze irachene per riconquistare all’Isis la parte ovest della città di Mosul. I militari si stanno “muovendo per liberare per sempre la gente dall’oppressione di Daesh”, ha annunciato il Primo Ministro iracheno Haider al-Abadi, che in un breve discorso televisivo ha sottolineato l’importanza del “rispetto dei diritti umani”. La parte ovest della città è stata circondata dalle truppe irachene, aiutate dai bombardamenti Usa e migliaia di volantini sono piovuti sul Mosul per annunciare ai civili l’avanzata imminente. L’esercito, nell’ultimo mese, ha preso il controllo della parte est della città, ma la zona ovest rimane ancora nelle mani dei terroristi.

Le violenze dei soldati

Eppure, sembra che i diritti civili non siano rispettati. Uomini che indossano l’uniforme delle forze di sicurezza irachene picchiano e giustiziano la gente nelle strade di Mosul. E’ quanto si vede in alcuni video, diffusi sui social, dai sostenitori del governo iracheno. immagini forti che gettano ombra sull’offensiva appena iniziata.

Video choc sui social

In uno dei video, un uomo si complimenta con un gruppo di militari che indossano uniformi della polizia, mentre picchiano quattro persone in abiti civili. Poi i prigionieri vengono trascinati in strada e tre di loro giustiziati con dei kalashnikov. In altri filmati si vedono dei giovani che vengono picchiati o costretti a imitare i versi di cani o capre. Le divise dei loro aguzzini sono quelle della polizia federale, dell’esercito, del dipartimento anti-terrorismo e di milizie, prevalentemente sciite, note come le Forze di mobilitazione popolare. Molti di loro sono stati addestrati e armati dagli Usa.

La condanna dell’Onu

Questi video, in forte contrasto con i selfie postati dall’esercito iracheno in cui sorridono insieme agli abitanti nella città liberata, sono stati condannati dall’Onu, che ha chiesto al governo iracheno di indagare sulla loro veridicità, e dai gruppi per i diritti umani. Le forze di sicurezza sono state accettate dagli abitanti di Mosul prostrati dal regime brutale dell’Isis: si è temuto sin dall’inizio dell’offensiva che le forze prevalentemente sciite del governo potessero attaccare i sunniti, che sono la maggioranza nella città. Le tensioni non sono svanite.

Edith Driscoll: